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Dalla gioia al terrore, Genova 20 anni dopo negli scatti del fotografo legnanese Manuel Vignati

Venti anni dopo i suoi scatti sono stati pubblicati da quotidiani nazionali e su testate spagnole: in "prima" il suo scatto inedito all'ex vice premier spagnolo Pablo Iglesias, che in quei giorni era un ragazzino con l'armamentario dei disobbedienti

Genova 20 anni dopo

Venti anni fa era partito per Genova con lo spirito di portare un’informazione diversa, quella della militanza politica. Una settimana dopo è tornato con una gamba azzoppata (colpita da un fumogeno), tanta rabbia, e rullini pieni di foto da stampare. Il fotografo legnanese Manuel Vignati ha raccontato il G8, dai giorni della gioia, delle manifestazioni colorate e e festose per rivendicare diritti e ideali (in copertina una bellissima immagine della manifestazione per i migranti), a quelli della repressione più brutale. Li ha raccontati in immagini vivendo quei giorni in prima linea, da militante. Ha  partecipato al corteo dei disobbedienti e si è ritrovato a piangere allo stadio Carlini, dove alloggiava, dopo avere realizzato della morte di Carlo Giuliani: «Ero passato poco prima che lo ammazzassero da piazza Alimonda e domani sarà lì, a Genova, a ricordarlo chiedendo che si continui a fare di tutto perchè si faccia luce su quei giorni bui».

Venti anni dopo i suoi scatti sono stati pubblicati da quotidiani nazionali e su testate spagnole, El Diario ed El Muldo: in “prima” il suo scatto inedito all’ex vice premier spagnolo Pablo Iglesias, che in quei giorni era un ragazzino con l’armamentario dei disobbedienti. «Ho scoperto solo dopo vent’anni che quel ragazzino sarebbe diventato il leader di Podemos – spiega Manuel Vignati – Le immagini scattate a Pablo e ai ragazzi che erano al corteo sono immagini di ragazzi giovani e spaventatissimi. Lo si vede dagli sguardi abbattuti e pensierosi, da cani bastonati. Eravamo in tanti: l’obiettivo era quello di fare un assalto simbolico alla zona rossa, un flash mob. Invece siamo stati vittime di una repressione brutale che non è stata  fortuita ma voluta in maniera astuta usando i soliti idioti (il riferimento è ai black block) per distruggere un intero movimento, generalizzandolo come violento. Abbiamo perso una grande occasione per la nostra generazione».

Manuel che durante i giorni del G8 ha alloggiato allo stadio Carlini, ha rischiato di passare la notte di sabato nella scuola di via Diaz ma fortunatamente è riuscito a partire qualche ora prima.

Un suo reportage è stato pubblicato sull’inserto de Il Fatto Quotidiano “Millenium”, in edicola dal 10 luglio

QUI LE FOTO PUBBLICATE SUL EL DIARIO

 

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Pubblicato il 19 Luglio 2021
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