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Mons. Cairati e il DDL Zan: “Manca il dialogo tra la società civile, di cui la chiesa fa parte, e la politica”

Una riflessione del nostro prevosto colpito dalla mancanza di dialogo tra le diverse sensibilità su un tema etico così delicato

Basilica San Magno Legnano

Con una lettera aperta ai parrocchiani, mons. Angelo Cairati, parroco di San Magno e prevosto di Legnano, ha manifestato la sofferenza che lo affligge “per la mancanza di dialogo tra la società civile, di cui la chiesa fa parte, e la politica”. Il riferimento è alla “modalità un po’ confusa del DDL dell’Ing. Zan, in particolare sulla vaghezza del termine “identità di genere”, che elimina di fatto la differenza sessuale maschio e femmina, per una più fluida ed indeterminata scelta soggettiva, da captare sin dalla prima infanzia, nonché variabile per tutta la vita”.
“Vi invito a visitare il sito della Parrocchia, dove abbiamo raccolto una rassegna stampa interessante. Segnalo soprattutto l’articolo del responsabile dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, Mons. Galantino, che smentisce le false accuse del rapper Fedez e l’intervista del Segretario di Stato Vaticano Card.Pietro Parolin”, l’invito finale di “don Angelo”.

Finalmente l’estate! Il meritato riposo ci attende, con qualche preoccupazione incombente per molti lavoratori che non sanno circa il loro futuro, dopo lo sblocco dei licenziamenti. I nostri Oratori e i Centri estivi comunali sono in attività, con tutte le attenzioni sanitarie che, puntualmente, vengono fornite. Come Prevosto mi muove una grande gratitudine verso i giovani sacerdoti e i loro collaboratori che, quest’anno, non si sono ‘limitati’ alle attività dei ragazzi, ma hanno organizzato serate culturali, cinematografiche, ludiche e di spiritualità anche per famiglie, giovani e adulti.

Vi confesso però un poco di sofferenza che mi affligge per la mancanza di dialogo tra la società civile, di cui la chiesa fa parte, e la politica. Non parlo a livello locale, bensì nazionale. Nel caso del DDL dell’Ing. Zan, aldilà delle differenti posizioni, mi ha colpito la mancanza di dialogo tra le diverse sensibilità su un tema etico così delicato. Non parlo di una legge che allarghi la protezione da insulti e vessazioni alle persone omosessuali e transessuali, su cui concordo pienamente, quanto sulla modalità un po’ confusa del testo, in particolare sulla vaghezza del termine “identità di genere”, che elimina di fatto la differenza sessuale maschio e femmina, per una più fluida ed indeterminata scelta soggettiva, da captare sin dalla prima infanzia, nonché variabile per tutta la vita. Sono temi delicati, e come tali vanno trattati ascoltando tutti. La Chiesa Cattolica non è un mostro insensibile all’altrui sofferenza. Certo al nostro interno abbiamo posizioni diverse, ma forzare le cose vuole dire rafforzare il fronte religioso integralista.

L’altra cosa che mi preoccupa è che l’aspetto penale, nel decreto, è affidato alla discrezionalità di un giudice. I fatti recenti accaduti nella magistratura mostrano come essa sia fatta da uomini condizionabili e, talvolta, mossi da ideologie precise, come del resto vale per la scienza (vedi pareri sui vaccini e sul virus) e anche per le donne e gli uomini di chiesa, non certo esenti da critiche. Ho letto, dall’una e dall’altra parte, anche su post locali, professioni di appartenenza cattolica, di impegno nell’associazionismo cattolico, con inviti ad esternare la propria posizione sul decreto. A tutti ricordo quanto il successore di San Pietro nella Chiesa di Antiochia, Sant’Ignazio, scriveva: “È meglio essere cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo”. Vi invito a visitare il sito della Parrocchia, dove abbiamo raccolto una rassegna stampa interessante. Segnalo soprattutto l’articolo del responsabile dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, Mons. Galantino, che smentisce le false accuse del rapper Fedez e l’intervista del Segretario di Stato Vaticano Card. Pietro Parolin, persona mite ed equilibrata. Quanto scrivo non vuole offendere nessuno, ma come pastore di una comunità ho anche il dovere di ascoltare e aiutare a discernere, nel pieno rispetto della coscienza personale, la quale però va formata debitamente.
Con affetto
don Angelo

Redazione
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Pubblicato il 27 Giugno 2021
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