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Ristoranti e alberghi non trovano personale: “Si dia più dignità ai dipendenti della categoria”

Lo sfogo di un lettore dopo l'appello dei ristoratori e degli albergatori dell'Alto Milanese, alla ricerca di personale di cui sono rimasti orfani dopo il lockdown.

Generico 2018

L’appello dei ristoratori e degli albergatori dell’Alto Milanese, alla ricerca di personale di cui sono rimasti orfani dopo il lockdown, ha scatenato una lunga serie di commenti e reazioni da parte dei dipendenti della categoria che chiedono contratti più dignitosi e retribuzioni congrue alla fatica che richiede il loro impiego, fatto di rinunce e sacrifici.

Chi durante la pandemia ha trovato un’altra occupazione più sicura se l’è tenuta stretta e sono gli stessi imprenditori del settore a comprendere queste scelte e a chiedere al Governo maggiori tutele contrattuali per la categoria che da soli, dopo mesi e mesi di chiusura, non riescono a garantire. L’incertezza del momento porta inoltre a favorire contratti a chiamata e non a lungo periodo.

Di seguito pubblichiamo la lettera-sfogo inviata alla redazione dal nostro lettore M.C. che fa il cameriere da 40 anni e chiede «più dignità rispetto per la categoria: vedrete che così qualcuno si riavvicinerà».

Ristoranti e alberghi dell’Alto Milanese non trovano personale: «Costretti a mandare via la gente»

Buongiorno,

scrivo in merito all’ articolo in cui si menziona la carenza di personale in strutture alberghiere e di ristorazione.
È facile per i titolari dire che non si trova personale, peccato che la categoria non dica le proposte di contratti che si offrono dopo la pandemia a cuochi, camerieri, baristi, lavapiatti. perché la lista è lunga, ovvero a chiamata, a part time o a ore, per non parlare della paga da fame(1000-1200) mensili.

Tenete presente che in queste attività non si fanno meno di 12 ore al giorno, ovviamente non sono le ore previste dal contratto nazionale del lavoro, ma di questo problema che va avanti dal dopoguerra non ne fa parola nessuno perché fa comodo a tutti avere persone a disposizione che lavorano nei giorni in cui tutti si deliziano quando finisce la settimana lavorativa o per festività, eventi etc.

Ma questo non si dice e potrei andare avanti per molto perché c’è molto da dire, è mi fa male sentire alcuni che si permettono di dire che quelli che lavorano in questo mondo non hanno voglia di lavorare.

Io faccio il cameriere da 40 anni e ne ho 54, sfido chiunque a fare il nostro lavoro soprattutto coloro che hanno la fortuna di lavorare dietro una scrivania per 40 ore settimanali e weekend libero a svolgere il nostro lavoro….la sera quando rientro a casa non mi sento le gambe e devo ricorrere al Voltaren altrimenti non riesco a lavorare il giorno dopo.

La morale è che i dipendenti di questa categoria dovrebbero essere trattati con più dignità rispetto e soprattutto pagati per le ore reali che svolgono: vedrete che così qualcuno si riavvicinerà. Un ultimo appunto, tutti dovrebbero avere la domenica libera come tutti gli esseri umani, perché chi ha il turno di riposo infrasettimanale il rapporto con la famiglia lo può anche dimenticare ( cosa non proprio trascurabile).

M.C.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 03 Giugno 2021
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