Onlus di San Magno e San Domenico, un nuovo sito ma non solo
Con la presidente Silvia Maria Leoni confronto su temi di spessore sociale e di aiuto alla nostra comunità
Novità alla Onlus di San Magno e S. Domenico dove sono stati attivati una nuova grafica e originali contenuti del sito (cliccare qui). Con la presidente Silvia Maria Leoni, in carica dal 2017, scopriamo l’aggiornamento e altri temi di assoluto spessore sociale e di aiuto alla nostra comunità
Preparando questo incontro abbiamo visto che è subentrata direttamente al nostro prevosto, Mons Cairati. Che onore (ed onere)! Come è nata questa successione?
«La vicenda è meno curiosa di quanto sembri. SD&M è da subito nata su iniziativa dei due parroci, Don Angelo e Don Marco, ma è stata concepita come un ente strumentale laico. Ovviamente si tratta di un’associazione che nel proprio operare quotidiano usa la bussola della dottrina cattolica, ma è fatta quasi esclusivamente da laici. E’ un processo naturale che investe anche le nostre parrocchie dove ai laici è sempre piu’ chiesto un approccio corresponsabile. Fatto sta che un giorno don Angelo mi propone questa avventura, ne abbiamo parlato e pochi mesi dopo è iniziato tutto».
Che realtà ha trovato?
«Bellissima. SD&M era ancora giovanissima, fondata 3 anni prima, ma era già ricca di volontari attivissimi e di progetti che spesso portavano il seme delle grandi cose. In questo senso, la mia scelta è stata molto agevolata. SD&M vive di un senso di cura quasi familiare. Non sei mai solo. Ssiamo un’associazione, pertanto un soggetto giuridicamente riconosciuto ed autonomo iscritto al registro delle ONLUS -che a breve diverranno ETS con la riforma del Terzo Settore- ed operiamo nel sociale e nella formazione gestendo servizi di dopo scuola, affiancamento di ragazzi che vivono situazioni di fragilità o che si affacciano timidamente al mondo del lavoro. Facciamo quello che sappiamo fare per storia e competenze professionali. Io stessa sono un’insegnante».
E questo lo fate in autonomia?
«Assolutamente no. Siamo sempre enti sussidiari: lavoriamo in rete con le scuole e partner istituzionali. Loro rilevano un bisogno ed insieme studiamo una strategia. A volte capita anche che le parti si ribaltino, che siano i nostri educatori a rilevare delle criticità e quindi se ne parla con i genitori, con i nostri psicologi e gli stakeholder del caso. Il cristiano è “condannato all’incontro”, solo così si va avanti. Da soli si è poco».
Parlare con le istituzioni spesso non è facile, soprattutto quando si è “piccoli” o ci si è appena affacciati alla scena. Legnano è una città generosa e ricca di impegno sociale.
«Certamente, ma è anche una città che sa riconoscere buona volontà, impegno e -soprattutto- qualità. Quando si lavora coi ragazzi si entra in un universo delicatissimo che deve essere conosciuto e gestito con professionalità, altrimenti si fanno danni. I nostri educatori sono tutti formati per questo e sanno quando “alzare la mano” e venire a presentare un caso da affrontare insieme. E’ fondamentale».
Ancora oggi residua nelle menti di molti che il sociale sia un ambito destrutturato, ma non è così. Gli stessi Oratori puntano sempre piu’ sulla formazione degli educatori.
«Si, è per questo che tra i progetti che abbiamo presentato alla Fondazione Ticino Olona (e che abbiamo vinto), c’era proprio questo tema. Ribadisco: la buona volontà non basta piu’».
Ha fatto riferimento a Ticino Olona. State diventando esperti di bandi.
«Diciamo che abbiamo delle risorse che sanno leggerli e scriverli. Sono stata la prima, insieme all’irrinunciabile Piero Garelli, a metterci mano. Oggi le associazioni devono sapere ricercare linee di finanziamento perché, sebbene il volontariato aiuti, le attrezzature costano e alcune figure vanno assunte e quindi retribuite. Nonostante il loro grande spirito di sacrificio e la comprensione, esistono leggi e bisogna sapere anche ragionare da azienda. I bandi ci hanno aiutato ad accreditarci presso le Istituzioni e dimostrare di essere soggetti credibili. Questo ci ha creato ponti anche con i privati. Legnano sa essere generosa con chi dimostra di usare bene i fondi. Diciamo che quella sussidiarietà di cui parlavo all’inizio, è un tratto distintivo della nostra città e dei suoi cittadini. Per fortuna!»
Parlando di generosità, avete avuto degli “angeli custodi” in epoca di COVID…
«Sì. Qui si torna al punto iniziale: serve competenza, ma servono anche i mezzi. I nostri educatori avevano strutturato un sistema di doposcuola telematico, ma molte famiglie dei nostri ragazzi non avevano i mezzi per dotarsi di tablet. Sulla nostra strada abbiamo trovato il Lions Club San Giorgio su Legnano che, con quei 15 tablet, ha cambiato la quotidianità di 15 famiglie. Gratitudine, tanta gratitudine per loro, anche perché questo ha migliorato anche la DAD scolastica. Vedi quando si parlava di circolarità dei rapporti: è tutto un circolo virtuoso. Una relazione win-win. Ringrazio tutti. Senza di loro, molti nostri progetti si sarebbero arenati. Lo scorso anno anche il Lions Club Carroccio guidato da Mimmo Esposito ha coinvolto il Club Lugano. Siamo diventati internazionali! Ma sono tanti i soggetti da ringraziare: l’Apil, l’Inner Wheel – Rotary e tanti privati cittadini che non hanno mai voluto essere citati. E poi c’è il 5 per mille che è sempre la nostra colonna vertebrale. Senza l’aiuto di centinaia di legnanesi che inseriscono il nostro CF nella dichiarazione, saremmo davvero in difficoltà. Insomma, ricordatevi di noi».
Il “5 per mille” è un concetto importante per il Terzo Settore. Anche perché non costa nulla e, parafrasando creativamente le Scritture, restituisce il centuplo.
«Senza il Terzo Settore l’Italia avrebbe grossissimi problemi. Le associazioni, coi propri volontari, centuplicano gli effetti. Se fosse tutto demandato allo Stato, i costi esploderebbero inevitabilmente. Insomma, siamo importanti. Ricordiamocelo».
Un auspicio per il 2021
«Tornare ad abbracciarci. I ragazzi hanno bisogno di contatto, di incontri, di confronto e condivisione di vita. Questa pandemia sta avendo effetti inimmaginabili sulla loro crescita umana. Speriamo si possa tornare presto alla normalità. Se lo meritano. Ce lo meritiamo».
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