Giulia: “Mi manca danzare in accademia, spero di ritornarci il prima possibile”
Storie di giovani in un anno di pandemia. Interviste di ragazze e ragazzi del territorio che in un anno di pandemia, non hanno avuto molte occasioni per esprimere il loro punto di vista. Oggi parla Giulia, 21 anni, una studentessa dell’accademia Accademia Susanna Beltrami.
Young Covid è una rubrica nata per dare voce ai giovani che in quest’anno di pandemia non hanno avuto molte possibilità di esprimersi. Questo progetto del network V2 Media, di cui fa parte Legnanonews, è a cura della stagista Roberta Pariota, studentessa dell’Università degli Studi dell’Insubria.
Questa rubrica vuole puntare l’attenzione sui giovani, che hanno visto annullarsi dall’oggi al domani la loro vita ricca di socialità, luoghi di ritrovo con gli amici e dell’ambiente universitario. Vittime collaterali del covid lasciate in disparte quando in realtà saranno il futuro del nostro Paese.
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Giulia, 21 anni, è una studentessa dell’accademia Accademia Susanna Beltrami che vive a Parabiago. Abituata a frequentare la scuola sia per le lezioni teoriche che per gli allenamenti in sala, che ormai sono stati annullati da troppo tempo, sente la mancanza per la sua più grande passione.
Come hai vissuto l’emergenza sanitaria all’inizio? E ora?
All’inizio ho vissuto la pandemia con una sensazione continua di paura, non sapendo di cosa si trattasse veramente e vedendo persone morire per ciò che appariva inizialmente solo come un’influenza. Ora la paura c’è ancora, in primis per le persone fragili che ho intorno come nonni o genitori ma è una paura più consapevole, avendo imparato tutte le modalità di protezione e prevenzione dal virus, riesco ad affrontare la situazione sapendo come comportarmi.
Cosa ti mancava inizialmente? E ora dopo un anno, cosa senti che ti è mancato maggiormente?
Inizialmente mi mancava studiare in presenza, soprattutto perché come danzatrice, il lavoro in sala è fondamentale e trovarsi chiusa in cameretta è stata una dura prova. Ora oltre a questo mi è mancato il contatto con le persone, vedere i volti, passare serate in compagnia, non preoccuparsi dell’orario e viaggiare.
Hai sempre rispettato le misure restrittive previste nei DPCM? Se no, perché? Che hai fatto?
Sì, ho sempre rispettato le misure, nel mio piccolo ho fatto quello che dovevo. Sicuramente non ho ignorato la situazione come ho visto fare da tante persone.
Cosa farai appena ci sarà “vera libertà?”
Appena si tornerà alla normalità correrò ad abbracciare i nonni e i miei parenti e amici senza paura. Poi mi concederò una serata con tutte le persone che non vedo dall’inizio della pandemia e un viaggio in qualsiasi posto, basta che si senta l’ebrezza della libertà.
Alla luce di quanto accaduto in questo anno, che idee ti sei fatto del futuro che aspetterà te ed in generale i tuoi coetanei?
Dovremo tirarci su le maniche, spetta a noi e ai nostri genitori far ripartire l’economia. Il futuro mi fa un po’ paura, soprattutto lavorando nel settore dell’arte che è uno di quelli che ne uscirà più provato. Purtroppo penso che dovrò cercare lavoro all’estero perché qui in Italia se prima il settore danza non era finanziato, ora purtroppo è ancora peggio.
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