Dantedì – Lorenzo Radice e il dubbio che precede il viaggio nell’Oltretomba
Terza puntata con l'associazione Liceali Sempre alla conoscenza di Dante e della Divina Commedia
Appartiene al nostro sindaco Lorenzo Radice il terzo pensiero dedicato a Dantedì, iniziativa curata dalla associazione Liceali Sempre. Un testo che parte dall’attualità di una pandemia devastante e che ha suggerito al sindaco Radice di scegliere il secondo canto dell’Inferno. «In un momento in cui la sensazione della solitudine muta sovente in angoscia- srive il primo cittadino legnanese -, le parole rivolte da Dante a Virgilio
“Or va, ch’un sol volere è d’ambedue tu duca, tu segnore e tu maestro” dicono che è sempre nella relazione con l’altro il viaggio da intraprendere per uscire dalla selva oscura e arrivare a vedere la luce». Per la locandina originale, cliccare qui, DANTE PUNTATA 3
Incrociando i miei ricordi di Dante e il momento che stiamo vivendo scelgo il secondo canto dell’Inferno, quello del dubbio che precede il viaggio nell’Oltretomba.
“Ma io, perché venirvi? O chi ‘l concede?
Io non Enëa, io non Paulo sono;
me degno a ciò né io né altri ’l crede.”
Si tratta dello smarrimento provato di fronte a un’impresa di cui non ci si crede all’altezza, della paura, umanissima, di chi si chiede: perché proprio a me?
Ed è un sentimento, in questo periodo, diffuso al cospetto delle tante difficoltà del quotidiano aggravate dagli effetti
della pandemia che stiamo attraversando: è la sensazione dell’impotenza che si trasforma in disperazione.
Ma il timore, che Dante già nel primo canto aveva vinto di fronte alle tre fiere grazie all’intervento di Virgilio, è rimosso, e questa volta per la rivelazione: c’è una volontà superiore a guidare il viaggio.
La prova cui è chiamato –spiega Virgilio– è voluta da tre donne (Maria, Lucia e Beatrice): sapere di non essere solo
rincuora il Poeta, lo rende consapevole delle sue forze.
Le nostre capacità e possibilità di riuscita sono potenziate se qualcuno è al nostro fianco.
In un momento in cui la sensazione della solitudine muta sovente in angoscia, le parole rivolte da Dante a Virgilio
Or va, ch’un sol volere è d’ambedue tu duca, tu segnore e tu maestro.
dicono che è sempre nella relazione con l’altro il viaggio da intraprendere per uscire dalla selva oscura e arrivare a
vedere la luce.
Lorenzo Radice, Sindaco di Legnano
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