Michela, cassaintegrata in cerca di lavoro: «Penalizzata perchè mamma e laureata»
Michela Ceriani ex dipendente del MercatoneUno di Legnano in occasione della "Festa della Donna" ha raccontato le sue speranze per il futuro in un mondo del lavoro che presenta ancora disparità di genere
Una donna tenace, una madre attenta e una lavoratrice in cerca di un impiego, in un mondo del lavoro dove la disparità di genere è ormai sempre più evidente. Michela Ceriani, 37enne di Busto Arsizio ex dipendente del Mercatone Uno di Legnano, in occasione della “Festa della Donna” ha raccontato il suo 2021.
La pandemia ha inasprito le disuguaglianze sul lavoro, per le donne c’è meno occupazione e più disparità salariale. Lo sa bene Michela che dopo esser stata messa in cassa integrazione nel 2019, a seguito dell’inattesa chiusura del punto vendita MercatoneUno di viale Sabotino, con determinazione era riuscita a trovarsi un nuovo impiego: «Solo che poi è scoppiata la pandemia e quindi sono rientrata in cassa integrazione e mi sono dedicata a fare la mamma a tempo pieno». Così Michela attingendo alla sua creatività ha deciso di aprire una pagina facebook “Fantaideedimiky” e recentemente anche un blog per proporre a tutti genitori interessati semplici lavoretti da proporre ai bimbi in casa. Attività che le ha permesso di intrattenere sua figlia senza far pesare le costrizioni dettate dalla pandemia. Ma chissà, magari, proprio questo progetto potrebbe aprire nuove prospettive per Michela.
Proprio in questi giorni, i sindaci di Legnano, Rescaldina e Cerro Maggiore si sono impegnati a favorire soluzioni per far rientrare nel mondo del lavoro le ex dipendenti di MercatoneUno: lavoratrici con competenze ed esperienza. Un gruppo coeso che con malinconia Michela ha ricordato come «una famiglia. Ho lavorato lì per 12 anni, poi dall’oggi al domani è finito tutto».
Le discriminazioni e le difficoltà nel trovare un nuovo impiego Michela le ha provate sulla sua pelle così come le hanno provate le sue ex colleghe. «L’età, essere madre oppure non esserlo. Tutto può essere limitante per una donna alla ricerca di un lavoro. Anche la mia laurea in architettura è un fattore discriminante perchè se cerco un posto come cassiera può essere visto male: una cassiera laureata? Ma perchè no. Se come architetto non ho trovato lavoro, oppure ho interrotto questa ricerca diversi anni fa perchè volevo fare altro, perchè non posso scegliere un altro impiego…come la commessa? Ecco vorrei che cambiassero le modalità con cui vengono impostati i colloqui di lavoro. La posizione delle donne deve cambiare».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.