Il giorno e la storia – La tragedia del capitano Giovanelli e della sua famiglia
Il maestro e capitano legnanese Sante Giovanelli muore sul fronte greco, i figli Giuseppe e Ferdinando perdono la vita sotto il bombardamento di Milano
14 febbraio 1943 –Ferdinando Giovanelli: “Così vado a raggiungere mio padre”
Il 28 febbraio ’43 «nella Prepositurale di S. Magno sarà celebrato un Ufficio di Suffragio per il compianto Maestro, Capitano Sante Giovanelli, caduto da prode sul fronte greco e per la Sua Famiglia colpita dalla barbara incursione nemica la sera del 14 febbraio 1943» annota sul diario una maestra delle Carducci.
Il capitano è morto a Mali Topoianit (o Mali Topojanit) sul fronte greco l’8 gennaio ’41 ma la notizia giunge a Legnano solo due anni più tardi. Immaginate lo sconcerto della maestra sostituta di 4° elementare maschile alle Cantù che il 18 febbraio ’43 scrive «mi viene data notizia della sicura morte del maestro Sante Giovanelli, che avrebbe dovuto essere titolare di questa classe. Illustro ai miei scolari l’opera svolta da questo grande maestro, che molto diede e fece per i giovani della nostra scuola e che eroicamente tutto se stesso sacrificò per la grandezza della sua patria».
Gennaio 1941: «erano tre giorni che una decina di battaglioni greci premevano contro le posizioni italiane, appoggiati da un intenso fuoco di artiglieria e di mortai. Arroccati sul Mali Topojanit e sul Quaf i Spoisit, poco più di mille uomini della Divisione Alpina Julia ressero l’urto di forze cinque volte superiori: quando venne dato l’ordine di ripiegamento, erano caduti in combattimento 153 Ufficiali e 3844 Alpini» (da “Segreti della storia”). L’8 gennaio, ricorda il superstite fante Simone Feroli, «ai primi bagliori dell’alba i greci cominciarono ad attaccare con una grandinata di colpi di mortaio che produssero tra le nostre file una gran quantità di morti e feriti. Intorno a noi e sulle nostre teste fischiavano bombe e shrapnel».
Tra i caduti quel giorno anche Sante Giovanelli, figlio di Giuseppe e di Faustina Galvalisi, nato a Legnano nel 1898, capitano di complemento dell’8° Fanteria “Cuneo”, comandante di compagnia mitraglieri, decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla memoria. Sulla Gazzetta ufficiale del 1950 verrà indicato erroneamente come Giovannelli, con due “n” ed è con questa duplice grafia (con una o due “n”) che Legnano gli dedicherà una via, che collega via Cesare Correnti e via Barbara Melzi.
Anche il figlio Ferdinando resterà a lungo nel cuore degli alunni legnanesi: «abbiamo appeso il suo ritratto alla parete e ogni giorno si fa l’appello con il suo nome» scrive una maestra delle De Amicis. In date diverse per le quattro scuole elementari legnanesi«è stato commemorato il Balilla Ferdinando Giovanelli morto in seguito all’incursione aerea nemica del 14 febbraio scorso» su Milano, dove risiedeva la famiglia, (scuole Carducci)con «l’intera partecipazione della scolaresca di tutta la scuola»al suo ufficio funebre (scuole Cantù).
«Il primo bombardamento del 1943 su Milano – scrive Pietro Cappellari – si registrò nella notte del 14 febbraio. La quiete della sera fu drammaticamente interrotta dal preallarme delle 21:30 e dall’allarme generale delle 22:06. Trenta minuti dopo, 138 quadrimotori pesanti Lancaster della Royal Air Force attaccarono il capoluogo lombardo. Vennero sganciate 110 tonnellate di bombe esplosive e 166 tonnellate di ordigni incendiari. 203 case distrutte e 220 gravemente danneggiate, 376 con danni importanti, e più di 3.000 quelle con danni lievi. Per domare gli incendi dovettero intervenire anche i Vigili del Fuoco di Bologna, oltre a quelli di tutte le province vicine. Il conteggio dei morti si attestò su 133, con 442 feriti. I senza tetto risultarono 7.950, ma pochi giorni dopo quelli regolarmente registrati presso gli uffici comunali furono 10.000».
Tra le vittime anche i due giovani figli di Sante Giovanelli: Giuseppe di 13 anni e Ferdinando di 12 anni, nati a Legnano, «alunni della Regia Scuola Media di Piazzale Tonoli (oggi Piazza Graziadio Isaia Ascoli), deceduti quasi contemporaneamente, schiacciati dal crollo della propria abitazione colpita da una bomba. Giuseppe era decorato di Croce al Merito della Gioventù Italiana del Littorio. Ferdinando Caposquadra dei Balilla Moschettieri. Scrisse il nonno Angelo Negri su carta intestata della Federazione dei Fasci di Combattimento di Milano: “Ferdinando Giovanelli, travolto dalle macerie, prima di morire gridò: «Sono contento di morire per la Patria. Così vado a raggiungere mio padre. Gli Italiani mi vendicheranno. Viva l’Italia! Vinceremo!». Agli ultimi istanti, morente, tentò di gridare ancora «Viva l’Italia!», ma le macerie soffocarono in gola il suo grido”. Entrambi vennero annoverati tra i Martiri della Rivoluzione fascista».
Queste parole arrivarono anche a Legnano: «lessi alle mie scolare le parole piene di fierezza e d’amore patrio che il piccolo Ferdinando disse prima di morire – annota una maestra delle Carducci. – Il nome del piccolo eroe non verrà dimenticato dagli scolaretti legnanesi che giornalmente innalzeranno a lui preghiere e promesse».
Un giovane orfano morto con una certezza: «così vado a raggiungere mio padre».
Renata Pasquetto
FONTI: Diari di classe delle scuole elementari conservati in copia fotostatica presso l’archivio personale di Alberto Centinaio – https://segretidellastoria.wordpress.com/2020/03/13/il-9-alpini-del-colonnello-gaetano-tavoni/
– Testimonianza di Simone Feroli in https://www.wattpad.com/555278810-nell%27eta%27-piu%27-bella-i-giorni-piu%27-tristi%0D
–Gazzetta Ufficiale Disp. II° Anno 1949 Ricompense, pag. 1565
–Supplemento straordinario alla GAZZETTA UFFICIALE n. 8 dell’11 gennaio 1950, pag. 10 – http://ultimacrociata.it/dettaglio_news.asp?ID=252
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