Ex Manifattura, opposizioni: «Area strategica, il comune non può stare alla finestra»
Lega e Movimento dei Cittadini durante l'ultima seduta consiliare hanno chiesto all'amministrazione di farsi parte attiva per il recupero della ex Manifattura
Futuro ancora “sospeso” per la ex Manifattura di Legnano. Anche a poco meno di 4 milioni di euro, e soprattutto dopo che la Soprintendenza si è espressa sui tanto sospirati vincoli, di compratori per l’area da 41mila metri quadri non se ne sono fatti avanti. La partita in soldoni è più aperta che mai e per questo le opposizioni durante l’ultimo consiglio comunale sono tornate a battere su questo tasto, chiedendo a sindaco e giunta di mettersi in gioco in prima persona per il recupero dell’ex sito industriale.
«La manifattura, ed in particolare la parte vincolata, non è un edificio a sé stante nel nostro territorio, ma è ricompreso urbanisticamente all’interno di un ambito di trasformazione – ha spiegato l’assessore all’urbanistica, Lorena Fedeli -. Ciò significa che nel caso l’amministrazione comunale decidesse di acquistare tramite prelazione una o più parti vincolate si troverebbe nella condizione di essere comproprietaria con altri soggetti, ovvero gli operatori che avranno eventualmente acquistato dal curatore fallimentare. Se l’operatore decidesse in un secondo momento di non intervenire sulla Manifattura, il comune si troverebbe ad aver investito dei soldi nella prelazione ma nell’impossibilità di portare avanti il piano attuativo, che non è frazionabile. La creazione di un ambito di trasformazione obbliga inoltre l’operatore che acquista a sedersi al tavolo con l’amministrazione comunale e a concordare una serie di utilità pubbliche. Esercitando la prelazione la totalità delle utilità pubbliche verrebbe ripartita in parte sul comune e in parte sull’operatore e si ridurrebbe la quota di utilità pubbliche che derivano al comune dal piano stesso. La logica dell’acquisizione da parte dell’amministrazione pubblica di un bene vincolato deve inoltre essere la maggiore tutela del bene stesso e abbiamo già ricompreso il bene in un ambito di trasformazione e dichiarato nella scheda di ambito che è necessaria la sua tutela».
Insomma, Palazzo Malinverni, almeno per ora, a farsi avanti non ci pensa nemmeno. Così come non pensa ad «agevolare l’acquisizione dell’area da parte di terzi ad esempio facendosi carico degli oneri di urbanizzazione», come suggerito dalla Lega («Il comune non può distinguere tra un operatore e un altro: chi interviene sulla Manifattura ha gli stessi diritti di chi interviene su qualsiasi altro ambito di trasformazione»), né a «mettere vincoli all’eventuale urbanizzazione nel caso venga acquisita da terzi, come proposto sempre dal Carroccio.
Manifattura, Tosi, caserma e vecchio ospedale: il futuro di Legnano si gioca sulle aree dismesse
Per il Movimento dei Cittadini, invece, Palazzo Malinverni deve farsi «parte attiva» e non può continuare ad «aspettare gli eventi». «Evidentemente si ignora cos’è la contrattazione urbanistica – ha sottolineato il consigliere Franco Brumana -. Esercitando il diritto di prelazione in realtà si diventa proprietari dei beni vincolati e ci saranno delle parti comuni, come i cortili o le aree vuote, ma non riesco a capire quale sia il problema. Esistono anche piani attuativi di iniziativa pubblica o esercitati su aree miste. Se non interviene qualcuno prima o poi si apriranno dei varchi nelle coperture e anche la Manifattura farà la fine dei solarium e non possiamo permettercelo. Al momento la vendita non è stata effettuata ed è difficile che avvenga se non riducendo moltissimo il corrispettivo perché le prescrizioni dettate dalla Soprintendenza sono tutt’altro che chiare. Probabilmente si andrà avanti ancora anni prima che si possa fare qualcosa e Legnano ha bisogno di fare qualcosa subito. La mia proposta quindi è in caso di vendita di esercitare la prelazione sugli edifici vincolati, altrimenti bisogna predisporre una bozza di piano attuativo, cercare partner privati e confrontarsi con la Soprintendenza per vedere se la bozza potrebbe essere accettata: se si riesce a concordare il tutto, il comune insieme al privato può acquistare l’area o a trattativa privata, o secondo l’asta pubblica».
«Il recupero della Manifattura è una partita urbanistica di centrale importanza per Legnano vista anche la sua collocazione strategica – ha aggiunto Carolina Toia, capogruppo della Lega -: è pacifico che si debba trovare al più presto una soluzione, chiaramente anche con il coinvolgimento dell’amministrazione comunale. Fatico a comprendere come il comune non abbia interesse ad intervenire, non si è colta importanza del recupero dell’area per la nostra città. Il rischio è che se non si gioca in attacco alla fine non si presenti nessun operatore e l’area perda l’appetibilità che ha e che deve essere sfruttata al massimo».
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