Nuovo impianto per l’umido a Legnano, ecco i dubbi dei tecnici ambientalisti
I tecnici di comitati e associazioni che si oppongono al progetto, messi nero su bianco i punti che considerano critici, hanno scritto agli enti coinvolti
Associazioni e comitati ambientalisti ancora all’attacco del nuovo impianto per l’umido in costruzione a Legnano. La nuova struttura di via Novara sta mano a mano prendendo forma e dovrebbe accogliere i primi rifiuti a fine anno, ma l’avanzamento del cantiere non ferma le proteste che da sempre circondano il progetto, con i tecnici che, messi nero su bianco i punti che considerano critici, hanno scritto agli enti coinvolti.
«Per gli scrubber, adibiti al pretrattaamento delle emissioni prima che giungano al biofiltro, non vengono specificati i dati tecnici – constata Attilio Bonetta, tecnico impiantista ed esperto di Laboratorio Ambiente ed Ecorete – Rete Ecologica della Lombardia -. Ciò significa che potrebbe essere compromesso lo scopo per cui si installano gli scrubber. Gli impianti di raccolta e di smaltimento delle acque meteoriche e di processo avranno inoltre da smaltire moltissimi reflui, misti a liquami della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Dei pozzi disperdenti per le acque meteoriche discendenti da strutture nella condizione di piena della vasca di prima pioggia, non se ne vede la necessità se non quella di sostituzione della vasca di equalizzazione quindi di garantire la costanza del carico idraulico. Resta quindi alto il dubbio che nei pozzi disperdenti possano essere collettati reflui che dovrebbero, invece, esser destinati alla rete fognaria (illegittimamente). Non secondario, infine, il rischio esplosione di un simile impianto che produce biogas e lo raffina, stoccandolo, in biometano e l’aumento del traffico di mezzi pesanti, non lontano dall’abitato e dall’ospedale. Sono prevedibili, dal progetto, molti problemi di gestione. Problemi che emergeranno solo in caso di ispezioni non preannunciate da parte di ATS e Arpa».
«Abbiamo segnalato all’amministrazione tutti i problemi del progetto, tecnici ed economici – aggiunge l’ex deputato Stefano Apuzzo, portavoce di Gaia onlus e di Laboratorio Ambiente -. Non hanno ritenuto di rispondere. È evidente che l’attuale giunta condivide il percorso intrapreso dalle precedenti amministrazioni. Si accorgeranno di tutto ciò che non funziona in quell’impianto il giorno dopo l’inaugurazione. Noi gli staremo con il fiato sul collo, pronti a denunciare le criticità per la salute pubblica e le eventuali illegittimità ad Arpa, Ats e magistratura».
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