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Il giorno e la storia – Centro mutilati e Sanatorio all’avanguardia: grazie ing. Jucker!

L’ing. Jucker del Cotonificio Cantoni aveva fortemente voluto e finanziato il Centro, poi da lui donato per il Natale 1941 alla locale sezione dell’A.N.M.I.G. Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra

Il giorno e la storia, mese di febbraio

11 febbraio 1942 –Centro mutilati e Sanatorio all’avanguardia: grazie ing. Jucker!

Dal “Corriere della Sera” dell’11 febbraio 1942 (pag. 2) leggiamo che «Il prefetto Tiengo, si è recato, ieri, a Legnano, al Centro sperimentale di rieducazione dei mutilati di guerra “Principessa di Piemonte” accompagnato dal consigliere nazionale Gorini, dal capo di gabinetto dott. Marchesani, dal prof. Annovazzi, consulente medico del Centro, e dalle dame visitatrici fasciste duchessa Xenia Visconti di Modrone, contessa Bonacossa e signora Pellegrini; è stato ricevuto dalle autorità locali e guidato nei vari reparti dell’istituto. Nella sua minuziosa visita, egli si è reso conto dell’efficienza della casa per la rieducazione fisica, psichica e intellettuale dei mutilati e si è compiaciuto con l’ing. Carlo Jucker, per la munificenza del quale l’istituto è sorto. Il Centro sarà aperto prossimamente per accogliere i primi 50 mutilati.»

L’inaugurazione avverrà il 10 maggio ’42 alla presenza della Principessa Maria di Piemonte.
Si trattava di un Centro decisamente all’avanguardia: «verrà attrezzato con apparecchiature di “marconiterapia” e “psicotecnica” – leggiamo in “Mutilato Fratello” dell’A.N.M.I.G. di Legnano – in modo che si possa stabilire le attitudini al lavoro di ogni mutilato. Si tratta del primo Centro sorto in Italia e forse anche all’estero, dunque particolarmente innovativo per i tempi e per la localizzazione»

L’ing. Jucker del Cotonificio Cantoni aveva fortemente voluto e finanziato il Centro, poi da lui donato per il Natale 1941 alla locale sezione dell’A.N.M.I.G. Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, che vi spostò la sede. Jucker continuò a contribuire pagando le spese di gestione della sede A.N.M.I.G. e stipendiando dal ’42 una nuova impiegata che si occupasse delle «pesanti incombenze amministrative» dovute alle numerose pratiche dei nuovi invalidi, compresi quelli del Fronte Occidentale e della Guerra d’Africa: «nella nostra circoscrizione i mutilati della Nuova Guerra sono già circa 350.

Tra i compiti del Centro, c’era l’esame e definizione delle attitudini al lavoro dei mutilati, che nel passato della Sezione [ANMIG di Legnano] e tra i documenti consultati, abbiamo visto spesso… disattese; quindi, non si trattava solo di istruire le persone a utilizzare le protesi, ma anche aiutarle a trovare un nuovo lavoro.» E difatti… «nota più che positiva, nessun mutilato tra i soci è disoccupato. Ricordiamo che più o meno tutte le aziende del legnanese erano impegnate in forniture di guerra: Cantoni con tessuti per tende e coloranti, Franco Tosi con la sua produzione finalizzata, come già nella Grande Guerra, alla Marina Militare e anche produzione di ordigni di guerra.Molti soci con invalidità meno gravi erano stati richiamati agli inizi della Guerra e alcuni erano poi stati esentati perché dipendenti di “fabbriche impegnate nel conflitto”.»

Sul “Corriere” si legge anche che «il Prefetto ha visitato poi il Sanatorio di Legnano» dedicato ad Elena di Savoia.
Anche questa struttura fu voluta dall’ing. Jucker e grazie a lui finanziata per la metà del suo costo di sei milioni di lire dal Cotonificio Cantoni che contribuì per tre milioni, il comune di Legnano per 300 mila lire ed il resto si raccolse con sottoscrizioni tra industriali e operai. Di quei tre milioni Jucker ne mise la metà di tasca sua, senza farlo figurare ufficialmente. Già nel 1918 l’idea di un tubercolosario proprio qui a Legnano per i soldati reduci dalle trincee della Grande Guerra e dai campi di concentramento stava prendendo forma. Però in Comune cadde la giunta, ne salì una di sinistra, si cambiarono tutti i partecipanti al Comitato pro tubercolosi e si decise di non costruire più un tubercolosario, cioè una struttura per malati terminali, ma un sanatorio, cioè una struttura che è tesa a riabilitare i malati recuperabili, a farli uscire sani. I dati clinici e statistici dei primi 20 anni di esercizio – riportati nel libro a cura dell’A.N.P.I. legnanese – ci dicono infatti che su 5000 pazienti l’11% è uscito dal sanatorio in condizioni ottime, il 20% migliorato. E chi è uscito peggiorato o è morto in sanatorio faceva parte dei malati terminali che comunque sono stati accolti, anche se non era questa la funzione principale della struttura. In questo periodo oltre ai 5000 tubercolosi curati al sanatorio altri 2561 sono stati curati in ambulatorio e 28.553 sono state le visite ambulatoriali.

L’inaugurazione avvenne giovedi 19 giugno 1924 alla presenza della Regina Madre Margherita di Savoia.
Vi era nel Sanatorio quanto di più moderno ed avveniristico in campo medico, ma non solo: sale di chirurgia, laboratori per analisi microscopiche e radioscopiche. Fiori ovunque e un parco ancora oggi meraviglioso con essenze locali ed esotiche, sala da pranzo non con tavolate ma con tavolini come nei moderni ristoranti, camere singole o doppie o al massimo a otto letti. E poi aria condizionata, lavatrice per lavaggio e disinfezione degli indumenti e un’avveniristica lavastoviglie automatica, forse la prima al mondo.

Renata Pasquetto

PER SAPERNE DI PIU’: A.N.M.I.G. Legnano, “Mutilato Fratello. Ubi mutilusibifrater. Storia della Sezione A.N.M.I.G. di Legnano”, Edizioni Il Cavedio, 2018 liberamente scaricabile da https://www.anmig.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/05/Mutilato-Fratello.pdf

– A.N.P.I. Legnano (a cura di), “Il Sanatorio Elena di Savoia di Legnano in alcune pubblicazioni del 1924, 1925, 1928 e 1944”, Edizioni Lulù, 2017 liberamente scaricabile da https://drive.google.com/file/d/0B2oiTbuM9ihjSENtenhLaFpEOGc/view

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Pubblicato il 11 Febbraio 2021
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