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Accam e gestione rifiuti, Legnano chiederà la «transizione ecologica»

La delibera con l'atto di indirizzo, in commissione, è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza, quello contrario di Brumana e l'astensione degli altri consiglieri di opposizione

accam post incendio

Avanti ancora con il salvataggio di Accam con una forte spinta verso l’economia circolare, per arrivare nel tempo al riciclo completo dei rifiuti attraverso investimenti tecnologici e politiche sostenibili di raccolta e smaltimento. Questo, in sintesi, il contenuto della delibera sugli indirizzi di Accam approvata in Commissione “Sostenibilità”, prima del voto definitivo in consiglio comunale, previsto lunedì 15 febbraio.

«Lavoreremo su politiche sostenibili come la tariffa puntale, una buona pratica per ridurre i rifiuti», ha annunciato l’assessore alle partecipate, Alberto Garbarino, nello spiegare gli asset della delibera che prevede l’integrazione intersettoriale tra le aziende del territorio, in una logica di area vasta, che metta a fattore comune acqua e rifiuti, e il rilancio del sito di Borsano, dove almeno in una prima fase l’inceneritore continuerà a bruciare, sotto il profilo tecnologico attraverso adeguati investimenti. 

Se l’assemblea dei soci dovesse confermare lo stato di crisi di Accam, il Comune di Legnano con questa delibera dà inoltre mandato al sindaco di andare nella direzione della Legge Madia che contempla il fallimento ed «eventualmente di indirizzarla verso la procedura concorsuale, per trovare una via d’uscita» e, se l’azienda dovesse andare in liquidazione, di riqualificare l’attuale personale,  a rischio occupazionale.

Il consigliere del Movimento dei cittadini, Franco Brumana, ha proposto di dividere la delibera in due: una con l’indicazione ad applicare la legge Madia, evitando di considerare il piano di salvataggio elaborato da Amga, «palesemente inattuabile», e l’altra parte con l’indirizzo sull’economia circolare, ma senza contemplare l’inceneritore di Borsano, dove attualmente Legnano non sta nemmeno conferendo. La sua richiesta non è stata però accolta «perché – ha risposto il sindaco Radice – abbiamo l’esigenza e l’urgenza di avere un mandato che, per essere forte, deve tenere entrambi gli ambiti. Legnano deve dire che vuole avviare questa transizione ecologica. Bisogna chiarire la missione di Accam con piani non solo di salvataggio ma anche di sviluppo». Infine i consiglieri Letterio Munafò (Fi), Francesco Toia (Toia Sindaco) e Gianluigi Grillo (Fdi), hanno chiesto analisi e studi più approfonditi.

La delibera con l’atto di indirizzo, in commissione, è stata approvata con i voti favorevoli della maggioranza, quello contrario di Brumana e l’astensione degli altri consiglieri di opposizione. Possibili emendamenti potrebbero essere introdotti prima del Consiglio comunale di lunedì 15 febbraio.

In tarda serata, ancora Brumana è tornato sulla necessità di chiudere Accam anche perchè  «la società di revisione ha rifiutato di esprimersi sul bilancio di Accam e sulla possibilità di continuità aziendale di questa società. Il piano di salvataggio elaborato da AMGA era inattendibile come abbiamo subito rilevato ed ora e’ definitivamente cestinato. AMGA ha provocato confusione ed ha fatto perdurare ACCAM per quasi 6 mesi provocando un aggravamento dei debiti. Ora i sindaci se ne rendano conto e alla prossima assemblea di Accam ne esigano la messa in liquidazione».

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Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Febbraio 2021
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