Il giorno e la storia – Croce di Guerra a una suora legnanese
Suor Toscana Rebolini da Legnano è stata insignita della decorazione di Croce di Guerra al Valor Militare per l'impegno dimostrato a Massaua nel 1941
6 febbraio 1941 – Croce di Guerra a una suora legnanese
Dal “Corriere della Sera” del 1° maggio 1941 scopriamo che suor Toscana Rebolini da Legnano è stata insignita il giorno precedente della decorazione di Croce di Guerra al Valor Militare.
«Destinata a prestare servizio presso la Direzione dell’infermeria, prestava la propria opera di assistenza ai ricoverati e in particolare ai feriti di guerra con entusiasmo, abnegazione e virile spirito eroico. Offrendo fulgidissime prove d’indomito coraggio, di profondo sentimento patrio e religioso e di sprezzo del pericolo e dichiarandosi orgogliosa di poter compiere la sua alta missione a favore dei marinai d’Italia, durante i numerosi bombardamenti aerei del nemico, accorreva a prestare amorevolmente assistenza ai pronti soccorsi anche quando le bombe cadevano solo a pochi metri dal suo posto di lavoro. – Massaua, 6 febbraio 1941-XIX.»
La stessa onorificenza è stata concessa, con la medesima motivazione, alle sue consorelle suor Agnesina Ghirardi da Alonte (Vicenza) e Maria Venturini da San Floriano (Verona) ed alla loro superiora suor Ilaria Bonetti da Celana (Bergamo). Ma non era ancora finito il pericolo per le nostre suore infermiere.
Massaua (oggi Eritrea, all’epoca Etiopia) era un importante base navale, la “Porta dell’Impero” da dove era possibile il presidio e l’eventuale disturbo al traffico marittimo nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, vie d’accesso al Canale di Suez. Infatti Mussolini il 20 febbraio 1941 rispondeva ad una lettera ad Amedeo di Savoia, Vicerè d’Etiopia, «concordo pienamente con Voi nella vostra valutazione degli obiettivi nemici. Gli Inglesi tendono a Massaua e a Mogadiscio, per toglierci ogni possibilità di respiro.» Una settimana più tardi il Servizio Informazioni Militari confermava: «Il generale Wawell, allo scopo di assicurarsi l’assoluto dominio del mar Rosso, dopo la totale occupazione della Cirenaica, concentrerebbe le sue forze contro l’Eritrea per ottenere una rapida occupazione delle basi navali di Massaua e di Gibuti». Il presidio di Massaua viene rinforzato e vengono distribuite armi anche alle popolazioni. Amedeo di Savoia ha un brutto presentimento: «Gli inglesi – relaziona al Duce – , ormai lanciati, sono decisi a finirla con l’Impero per avere mano libera in altri fronti e perciò attaccheranno a fondo su tutti i fronti ed allora la pressione finirà per schiacciarci».
Suor Toscana e le consorelle si sono trovate nel mezzo del disastro. Basti pensare che «tra il 3 e l’8 aprile 1941 si sono autoaffondati a Massaua anche il posamine Ostia, le cannoniere Biglieri e Porto Corsini, i MAS 204, 206, 210, 213 e 216, la cisterna militare Niobe, i rimorchiatori militari Formia, San Paolo e San Giorgio, i piroscafi Adua, Brenta, Colombo, Impero, Moncalieri, Romolo Gessi, Tripolitania, Vesuvio e XXIII Marzo, le navi cisterna Antonia C., Clelia Campanella e Riva Ligure e la motonave Arabia. La fine, per queste navi bloccate fuori dal Mediterraneo e senza nessuna possibilità di recarsi altrove, era solo rimandata rispetto alle decine di mercantili italiani catturati od autoaffondati in tutto il mondo subito dopo la dichiarazione di guerra» (da http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/).
L’8 aprile 1941 si ha la caduta di Massaua. Un’altra nave, la torpediniera Vincenzo Giordano Orsini si autoaffonda, vengono catturate intatte le navi cisterna per acqua Sile, Sebeto e Bacchiglione. La nave ospedale RAMB IV, lasciata Massaua, viene catturata dal cacciatorpediniere HMS Kingston. Amedeo di Savoia aveva scritto a Mussolini che sperava di «reggere fino alle piogge cioè fino all’autunno e salvare buona parte dell’Impero. Ma temo che questa previsione non stia per avverarsi». Aveva avuto ragione.
Renata Pasquetto
FONTI: “Corriere della Sera” del 1° maggio 1941, pag. 2 – http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2014/03/ – “Diario Storico del Comando Supremo. Vol. III (1.1.1941-30.4.1941). Tomo 2. Allegati”
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