Legnano onora i deportati della Franco Tosi: «Oggi come allora il Noi prevalga sull’Io»
Cerimonia in formato ridotto per commemorare anche nell'anno della pandemia i deportati dalla Franco Tosi nei lager nazisti
Cerimonia in formato ridotto per commemorare anche nell’anno della pandemia i deportati dalla Franco Tosi nei lager nazisti. Una cerimonia a distanza, soprattutto dagli studenti, che non hanno potuto essere presenti e portare il loro punto di vista sulla storia ma che ha comunque permesso di richiamare con forza i valori e principi caposaldo della Resistenza che soprattutto oggi, in piena emergenza sanitaria, devono essere ricordati «per rinnovare il nostro modo di vivere responsabilmente ogni giorno il nostro presente e per dare vita al nostro futuro».
Questo l’invito del sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, che anche in questa occasione ha lamentato l’assenza forzata dei cittadini descrivendola come «una rinuncia difficile e dolorosa, un sacrificio per noi e per gli altri che deve essere compiuto per la collettività»: «Non è una scelta di coraggio estremo come quella compiuta dagli operai deportati più di 77 anni fa – ha detto il primo cittadino nel suo discorso – ma è una scelta di responsabilità, la scelta di chi con il suo agire si fa carico non solo del proprio destino ma anche di quello degli altri: è un io che pensa al noi. Perchè se il sacrificio degli operai della Tosi ha contribuito a costruire un mondo diverso, le nostre piccole rinunce possono aiutare a combattere questo nemico globale e pericoloso». Presente una rappresentanza dei sindaci della zona, assenti per evitare assembramenti, i giovani che il sindaco ha ringraziato per l’intervento di pulizia sulle pareti esterne del fabbricato collocato di fronte all’ingresso della stazione ferroviaria, in via Gaeta, sulle quali erano state scritte frasi pro Duce.
«Onorare questi morti – ha poi aggiunto il presidente dell’Anpi, Primo Minelli – significa fare rivivere la loro esperienza per mettere i giovani al riparo dalle sirene dell’intolleranza e dell’indifferenza verso i valori della democrazia. Oggi emerge con forza la necessità di un agire collettivo: da soli non la superiamo questa emergenza sanitaria. Gli uomini che oggi onoriamo avevano saldi e nobili valori, perseguivano l’interesse collettivo non quello individuale». Il loro sacrificio sarà onorato – ha annunciato il presidente dell’Anpi di Legnano, Primo Minelli – con la posa di 7 pietre d’inciampo sul marciapiede di piazza Monumento rivolto verso la Franco Tosi. Qui il discorso integrale di Primo Minelli
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