Bando per la qualità dell’abitare, Legnano punta a rimettere a nuovo l’ex Casa del Balilla
Legnano, per dimensioni, avrebbe potuto correre da sola, ma ha invece deciso di fare rete con Rescaldina e Parabiago
Legnano punta sul bando nazionale per la qualità dell’abitare per riqualificare la ex Casa del Balilla di via Milano. Il bando, “varato” dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, ha lo scopo di riqualificare e incrementare il patrimonio residenziale sociale, rigenerare il tessuto socio-economico, incrementare l’accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici e migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini.
Al programma possono partecipare Regioni, Città Metropolitane, capoluoghi di provincia e comuni con più di 60mila abitanti: Legnano, per dimensioni, avrebbe potuto correre da sola, ma ha invece deciso di fare rete con Rescaldina e Parabiago e ha quindi portato sul tavolo di Palazzo Isimbardi una proposta realizzata “a sei mani”. «L’obiettivo è in primis quello di creare una rete sovracomunale presentando una proposta che abbia valenza territoriale e non specificamente comunale – spiega Lorena Fedeli, assessore alla Città futura -: abbiamo aperto alla collaborazione con altre amministrazioni indipendentemente dal colore politico proprio per dare una risposta al territorio e c’è stata grande collaborazione nel lavorare tutti insieme in questa direzione».
Al centro del progetto di area vasta pensato dai tre comuni del Legnanese c’è la volontà di riqualificare tre edifici che in un modo o nell’altro sono parte integrante della storia del territorio. Così Parabiago ha scelto di puntare sull’area ex Rede, Rescaldina sulla Torre Amigazzi e Legnano sulla ex palazzina della Gioventù Italiana del Littorio. Inaugurata nel dicembre del 1933 dall’allora presidente dell’Opera Nazionale Balilla Renato Ricci, dopo la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo la palazzina ha dapprima cambiato funzioni, ospitando scuole e associazioni sportive locali, per poi essere abbandonata nonostante un accordo di programma (mai attuato) risalente al 2001 con l’allora provincia di Milano. Ancora oggi però l’edificio rappresenta un “monumento” all’architettura razionalista in città, così Palazzo Malinverni vorrebbe vederlo nascere a nuova vita mettendo mano una volta per tutte ad una serie di criticità, come ad esempio il tetto a rischio crollo.
L’ex palazzina GIL, se i piani dell’amministrazione andranno in porto, potrebbe così una volta riqualificata fare da centrale operativa ad un progetto di “telemonitoraggio” che coinvolgerebbe anche Parabiago e Rescaldina e garantirebbe un supporto da remoto alla fascia di utenza fragile degli alloggi di proprietà del comune. È proprio questo uno degli aspetti del progetto che hanno spinto le amministrazioni a coinvolgere una serie di enti, come Azienda So.Le., l’azienda socio-sanitaria territoriale e l’azienda consortile che gestisce il network delle biblioteche di 33 comuni dell’area Nord Ovest della città metropolitana, fra cui quelle del Legnanese. A supporto della proposta, inoltre, è stato chiamato anche il Politecnico di Milano. I confini del progetto potrebbero peraltro allargarsi: Legnano, infatti, sta studiando l’inserimento di un altro immobile, che verrebbe coinvolto nell’ottica dello sviluppo dell’housing sociale.
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