Buoni spesa, il sistema telematico rallenta le adesioni dei commercianti
I commercianti chiedono una semplificazione del sistema di pagamento dei buoni spesa ma l'amministrazione comunale non si arrende
Sono solo tre i negozi di alimentari nell’elenco dei punti vendita che, per il momento, hanno aderito all’iniziativa dei buoni spesa per l’emergenza coronavirus a Legnano. A questi si aggiungono le farmacie, le cartolerie, le librerie e i negozi per l’igiene e, in tutto, si arriva a 20 attività aderenti. Un numero decisamente limitato, soprattutto per quanto riguarda il settore legato all’alimentazione e se si considera che l’obiettivo dell’iniziativa è quello di aiutare chi è in difficoltà per l’emergenza sanitaria ma anche di dare una mano alle piccole botteghe della città, escluse durante la prima ondata da questa opportunità di spesa riservata solo alla grande distribuzione.
Il motivo di una così bassa adesione? «Il sistema di pagamento troppo farraginoso dal punto di vista burocratico», è la risposta di Confcommercio che, pur essendo la prima a lodare l’iniziativa volta a sostenere il commercio locale, si trova a dover fare da portavoce a commercianti e ambulanti che dopo essersi scontrati con la parte pratica chiedono una semplificazione del procedimento di utilizzo dei buoni spesa.
Il sistema, interamente telematico, richiede l’utilizzo da parte del venditore di uno smartphone o di un tablet per potere inserire il codice fiscale, il pin e scalare il conto dal portafoglio virtuale del cliente beneficiario del buono spesa. Non è un caso che tra le attività aderenti ci siano numerose farmacie già abituate a registrare i codici fiscali con sistemi informatici rodati. Mentre chi è meno “informatizzato” o non è disposto a ripetere ogni volta che si presenta un cliente con un buono spesa una procedura che richiede tempo, sembra avere rinunciato in partenza.
L’amministrazione comunale dal canto suo non vuole però arrendersi: «Ci siamo appoggiati a una piattaforma esterna e abbiamo investito proprio con la finalità di coinvolgere il commercio di vicinato che invitiamo ad aderire – spiega la consigliera Monica Berna Nasca che si sta occupando dell’iniziativa -, alcuni passaggi sono obbligati ma necessari per associare il buono alla persona beneficiaria. Farò personalmente il giro dei commercianti per spiegare e presentare l’iniziativa». Sono quasi mille le richieste arrivate in Comune per ricevere i buoni spesa che ammontano in totale a 320mila euro, somma che dovrà essere spesa nelle attività commerciali del territorio. È naturale che se l’adesione dei negozi di vicinato sarà bassa, la scelta confluirà per gli alimenti nella grande distribuzione. Intanto è già in arrivo una terza finestra di aiuti sempre da 320mila euro.
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