Il giorno e la storia – Padre Beniamino decorato con la Croce di Guerra
Il frate del convento Santa Teresa del Gesù Bambino, nel 1941, tenente cappellano in Croazia, fu protagonista di una vicenda militare che gli fece meritare una decorazione al valore
Molti legnanesi si ricorderanno il sorriso aperto e cordiale e quella caratteristica fossetta sul mento di padre Beniamino, del convento “dei frati”di Santa Teresa di Gesù Bambino.
Era nato a Sporminore, in provincia di Trento, il 23 marzo 1912. La Grande Guerra è scoppiata quando lui aveva poco più di tre anni e la Seconda Guerra lo coinvolgerà ancora più da vicino.
Il suo nome non era Beniamino ma Eugenio. Tra i frati carmelitani c’è però, ancora oggi, l’usanza di mutare nome, come segno di cambiamento radicale della propria vita. Così dopo il postulandato a Concesa iniziato il 26 giugno 1929 e l’ordinazione sacerdotale a Piacenza del 16 maggio 1935 Eugenio Cernocco è diventato padre Beniamino di San Giovanni.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale padre Beniamino venne inviato in qualità di tenente cappellano degli Alpini presso un ospedale da campo del V Corpo d’Armata in Croazia, che allora veniva indicata col nome generico di Balcania.
Il 23 novembre 1941 padre Beniamino si trovò nei pressi del villaggio di LičkoLešće, un paesino che anche attualmente conta poco più di 700 abitanti, in una situazione difficile che gli valse una decorazione al valore, una Croce di Guerra al Valor Militare. Ecco la motivazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (Disp. 2° Anno 1951 Ricompense pag. 222).
«CERNOCCO Padre Eugenio di Giovanni e di Pancheri Maria, da Sporminore (Trento), classe 1912, tenente cappellano, 823° ospedale da campo, V corpo d’armata.
Cappellano militare, mentre rientrava da un servizio di accompagnamento di feriti, su autoambulanza scortata, aggredito d’improvviso da un forte nucleo di ribelli, assumeva il comando della scorta, riuscendo con preciso tiro e lancio di bombe a mano a porre in fuga gli assalitori. – LickoLesce (Balcania), 23 novembre 1941».
Un uomo, un sacerdote, un alpino energico che non ha mai dimenticato i suoi Alpini, che veniva invitato a benedire i gagliardetti dei nuovi gruppi, in qualità di celebrante e di oratore, anche a più di dieci anni dalla fine del conflitto.
La sua permanenza a Legnano si concluse col suo “ritorno alla Casa del Padre” il 19 ottobre 1969. Sull’immaginetta distribuita in occasione dei funerali venne scritto «Una chiamata – una risposta – sempre. Dalla vocazione alla vita religiosa. Dal sacerdozio all’apostolato fra il popolo. Dalla Patria con gli Alpini in guerra. Da Dio Creatore all’ultimo appello per il cielo. Nella luce e nella gloria».
Il tenente Eugenio, padre Beniamino, riposa ora nella tomba dei frati al Cimitero Monumentale della nostra città. Nella fotografia sulla lapide porta il saio da carmelitano, ma con i gradi militari e in testa (e nel cuore) il suo cappello da alpino.
Renata Pasquetto
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