Il giorno e la storia – Giancarlo Savoini, caduto per “la sistemazione dell’Impero”
Sottotenente di complemento delle bande regolari dell’Uollega, venne decorato sul campo con la Medaglia d’Argento al Valor Militare
22 novembre 1940 – In onore della Medaglia d’Argento Giancarlo Savoini, caduto per “la sistemazione dell’Impero”
«La sistemazione dell’Impero. Anche la zona di Lekemti, nella fertile regione dell’Uolleg, 250 chilometri ad ovest di Addis Abeba, è stata raggiunta ed occupata da una nostra colonna, accolta festosamente dalla popolazione» spiega “La Domenica del Corriere” dell’8 novembre 1936 a commento di un bel disegno di Achille Beltrame.
Lekemti (Nekemte o anche Naqamtee o Lechemti o Leeqaa) è una città-mercato situata nell’Etiopia occidentale.
Il legnanese Giancarlo Savoini si trovava a Lekemti proprio in quei giorni del novembre ‘36. Faceva parte dell’VIII Gruppo Battaglioni Eritrei, utilizzato nelle operazioni di rastrellamento e di pacificazione dell’Impero. Fu decorato sul campo di Medaglia d’Argento al Valor Militare. Alla memoria.
«Savoini Giancarlo di Carlo, nato a Legnano, sottotenente complemento delle bande regolari dell’Uollega. Benchè consapevole dei gravi pericoli cui si esponeva partecipava volontariamente ad una arrischiata spedizione aerea nel cuore di vasta regione non ancora occupata. Mentre con entusiasmo si prodigava per la costituzione di una banda regolare, colpito da malattia infettiva, immolava la sua giovane vita per la grandezza della Patria. Lechemti, 14 ottobre-22 novembre 1936-XIV-XV».
A distanza di due anni esatti, il 22 novembre ’38, alle scuole elementari Carducci – ci racconta una maestra – si tenne la «commemorazione del secondo anniversario del Caduto legnanese Savoini Giancarlo. Visita nella sala dedicata ai Caduti e saluto. La commemorazione è riuscita commovente».
La mattina successiva, alle elementari Cantù «nella sala delle celebrazioni sono sfilate le scolaresche» durante la «cerimonia per la commemorazione della medaglia d’argento Savoini. Intervengono il padre, un frate, ed una signora. Le mie bimbe – soggiunge le maestra con orgoglio – con una quarta maschile fanno ala d’onore, e cantano gli inni dell’Italia imperiale. Le classi sfilano salutando “presente” l’eroe e dando al padre un piccolo loro disegno e composizione per lo scomparso.» In quella circostanza «intimi del legionario hanno rievocato i morti della grande guerra, i morti della guerra dell’11ª legione.»
Pochi giorni più tardi la maestra delle Carducci annota: «Ho letto sul giornale “Luce” il ringraziamento del signor Carlo Savoini per la commemorazione che si fece nel nostro rione della morte di suo figlio Giancarlo.» Negli anni seguenti, e a maggior ragione con lo scoppio della guerra nel 1940, la ricorrenza del 22 novembre sarà ricordata a scuola con commozione.
«Le bimbe – annotò nel ’38 la maestra delle Cantù – colorano la triste ricorrenza con le sensazioni della novità, ma io ne sono fortemente scossa sia per l’addobbo troppo eccessivo, sia perché tengo un lutto troppo recente e perciò ancora dolorante nel mio animo. Non so trovare parole neanche per il padre che mi stringe la mano,chè il suo dolore non può dire!»
Ecco cosa genera la guerra: un dolore che non si può dire…
Renata Pasquetto
FONTI: Gazzetta Ufficiale Onorificenze e ricompense, pag 2360, Regio decreto 23 settembre 1938-XVI, registrato alla Corte dei conti li 21 novembre 1938-XVII, registro 29 Africa Italiana, foglio 395
– Giornali della classe delle scuole Carducci e Cantù custodite in copia fotostatica presso l’archivio personale di Alberto Centinaio.
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