Primi ospiti guariti dal coronavirus alla Fondazione Sant’Erasmo
Tre ospiti sono ricoverati in ospedale per Covid, mentre altri tre sono assistiti nella "zona rossa" della RSA. Dall'inizio della seconda ondata cinque decessi in struttura
Primi ospiti guariti dal coronavirus alla Fondazione Sant’Erasmo di Legnano: per quattro anziani che erano risultati positivi al Covid in questi giorni è arrivato il tampone negativo, a conferma della guarigione dal virus. La struttura, che durante la prima ondata era stata una tra le più colpite del territorio, sta intanto continuando con le attività di screening: negli ultimi quindici giorni la fondazione ha effettuato 160 tamponi molecolari e 102 tamponi rapidi antigenici su ospiti e operatori.
Tre ospiti sintomatici sono al momento ricoverati in ospedale dopo essere risultati positivi al virus, mentre altri tre sono al momento assistiti nella “zona rossa” della RSA, appositamente isolata dal resto della struttura e con personale dedicato e in continuo aggiornamento per garantire le cure più appropriate, anche grazie, come spiegano il presidente della fondazione Domenico Godano e il direttore generale Livio Frigoli, alla «preziosa collaborazione di un medico infettivologo, primario dell’ospedale di Legnano, per avere informazioni e aggiornamenti clinici di prima mano nell’assistenza ai positivi». Dall’inizio della seconda ondata della pandemia, purtroppo, la struttura di corso Sempione ha già registrato cinque decessi. Tra il personale, invece, sono attualmente tre gli operatori positivi in isolamento domiciliare, mentre due sono in quarantena per un contatto stretto con familiari positivi.
Nei prossimi giorni anche per la RSA legnanese prenderà il via la campagna per le vaccinazioni antinfluenzali per tutti gli ospiti, per la quale in sede sono già arrivati i vaccini. L’obiettivo è quello di estendere il piano vaccinale anche agli operatori per garantire una copertura totale in vista dell’inverno. Intanto la fondazione si prepara ad avviare un progetto per il supporto psicologico di ospiti e familiari, messi a dura prova dalla lontananza forzata, e degli operatori, che quotidianamente devono affrontare l’emergenza sanitaria.
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