Rete elettrica Enel, anche i lavoratori di Legnano incrociano le braccia
I lavoratori dicono "No" all'esternalizzazione degli interventi importanti sulla rete elettrica, all'applicazione di orari sfalsati, oltre che all'allargamento delle aree di reperibilità per interventi di riparazione dei guasti
I lavoratori della rete Enel incrociano le braccia anche a Legnano per aderire allo sciopero indetto in tutta Italia, dal 23 ottobre sino al 21 novembre, per dire “No” all’esternalizzazione degli interventi importanti sulla rete elettrica, all’applicazione di orari sfalsati, oltre che all’allargamento delle aree di reperibilità per interventi di riparazione dei guasti. In pratica i lavoratori si sono astenuti nello svolgere gli interventi programmati che, sin troppo spesso, vengono svolti come lavori straordinari. Per dar forza a questa posizione giovedì 19 novembre gli operai del settore elettrico sciopereranno per tutta la mattinata. Il presidio più importante sarà a Corsico, ma anche in via Santa Caterina a Legnano ci sarà un segnale.
Come spiega il responsabile settore elettrico regionale della Filctem Cgil, Furio Trezzi, a Legnano operano una quarantina di operai, mentre nella provincia di Milano, che nel complesso conta un milione di utenze, sono solo 300 tra tecnici e impiegati. «Un numero palesemente esiguo – commenta il sindacalista -. È evidente che gli operai specializzati sono troppo pochi rispetto alla mole di lavoro che c’è da svolgere. Si rischia di compromettere la qualità del servizio elettrico. Oltretutto Enel avendo poco personale esternalizza gli incarichi più qualificanti e importanti. Per non parlare poi degli orari sfalsati per il personale che opera nel territorio che peseranno ulteriormente sui carichi di lavoro invece di rinforzare, con un adeguato numero di assunzioni operative e tecniche, un’attività che è oggettivamente sovraccaricata. A tutto questo si aggiungono i servizi fuori orario».
La situazione è preoccupante per Trezzi che segnala la necessità di effettuare nuove assunzioni: «L’azienda mantiene il servizio elettrico grazie al senso di responsabilità dei dipendenti e se ne approfitta grazie a “volontari” per sopperire alle mancanze di organico – afferma Trezzi – . Lo stereotipo del lavoratore Enel è ormai un lontano ricordo, ora ogni addetto rende oltre 260.000 euro l’anno di margine operativo lordo e l’azienda vuole efficientare una organizzazione che molto probabilmente è già la più redditiva del pianeta. Abbiamo il presentimento che con questa operazione non solo Enel aggiri la necessità di rafforzare la rete elettrica, la vera spina dorsale della transizione energetica, ma si incammini a mettere in pratica gli aspetti più deleteri delle privatizzazioni delle reti di telecomunicazione e autostradali. Le assunzioni assolutamente necessarie che, peraltro, permetterebbero di sviluppare tutti gli investimenti previsti dall’Impresa e aiuterebbero in modo concreto il Sistema Paese in questo momento di crisi.».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.