Ex piattaforma ecologica di via Menotti, Brumana «Terreno prezioso, l’asta va revocata»
Dopo l'interrogazione in consiglio comunale, il Movimento dei Cittadini torna a chiedere al sindaco di revocare l'asta per l'ex piattaforma ecologica di via Matteotti a Legnano
A pochi giorni dalla data fissata per l’apertura delle buste, il Movimento dei Cittadini torna ancora una volta a chiedere la sospensione dell’asta per la vendita del terreno tra viale Sabotino e via Ciro Menotti a Legnano, che fino a marzo 2013 ospitava una delle due piattaforme ecologiche della città, poi confluite in un’unica struttura in via Novara. La questione è approdata sabato 14 novembre tra i banchi del consiglio comunale proprio grazie ad un’interrogazione del consigliere Franco Brumana, cui ha fatto seguito però una risposta molto stringata del sindaco Lorenzo Radice proprio da pochi giorni si è chiusa la finestra temporale per la presentazione delle offerte ed è ormai imminente l’apertura delle buste. Le spiegazioni del primo cittadino non hanno convinto però Brumana, che torna a chiedere la revoca dell’asta per salvare «un terreno prezioso e strategico per Legnano».
«L’interrogazione è stata presentata non appena sono stato eletto perché era urgente in quanto il 19 novembre sarebbero state aperte le buste delle offerte – sottolinea Brumana -. Purtroppo il sindaco, evidentemente preso dalle altre incombenze di inizio del suo mandato, non ha assunto alcuna iniziativa e solo nel consiglio comunale del 14 novembre ha risposto alla mia interrogazione. Con la mal celata presunzione di saperne di più del suo interlocutore ha esordito con l’infelice espressione “Lei da buon avvocato può capire…”. Ha quindi spiegato che l’asta si era ormai conclusa perché erano state già presentate le offerte e quindi non sarebbe più possibile sospenderla o revocarla. Dallo stesso bando risulta però che sino al momento dell’assegnazione è possibile revocare la gara pubblica così come afferma la giurisprudenza del Consiglio di Stato. Le possibili conseguenze negative per la società del comune deriverebbero solamente dalla responsabilità precontrattuale, che comporterebbe il risarcimento corrispondente alle spese connesse alla formulazione dell’offerta. Si tratterebbe comunque di somme ridicole ed irrilevanti rispetto all’importanza economica complessiva dell’intera operazione e all’interesse urbanistico del terreno. Il sindaco quindi ha commesso un errore, si è rivelato imprudente nell’impartire una lezione giuridica, ma è ancora in tempo a porre rimedio dando disposizione immediata al liquidatore della società di sospendere l’asta».
La questione della vendita all’asta del terreno, peraltro, è legata doppio filo alle scelte di pianificazione urbanistica per la città, sulle quali già in consiglio comunale il sindaco e il capogruppo del Movimento dei Cittadini si erano scontrati. Se per decidere il futuro del terreno servirà uno specifico piano attuativo, infatti, in base al PGT di Legnano la destinazione d’uso principale, anche se non l’unica, per l’area dove una volta sorgeva la piattaforma ecologica è quella residenziale, con possibilità di costruire fino ad un volume di circa 40mila metri cubi.
«Parlando in generale del piano di governo del territorio e non di questa situazione specifica, tra due anni il PGT scade e per forza lo dovremo rivedere – aveva spiegato il sindaco -. Oltre al PGT però ci sono i piani attuativi, che comportano un diritto acquisito che anche modificando il piano di governo del territorio resta fino alla scadenza del piano attuativo stesso. Oggi succede che vari operatori del settore, di fronte ad operazioni importanti in termini volumetrici, avanzino la richiesta di poter ridurre la volumetria, dal momento che il mercato è molto cambiato». La revisione dello strumento urbanistico, però, per Brumana non può aspettare due anni. «Ci sono situazioni non ancora coperte dal piano attuativo per le quali si prevedono, in base agli ultimi PGT, valanghe di cemento su terreni al momento non edificati: occorre intervenire al più presto».
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