Il giorno e la storia – Meno male che c’è la “Caterina”, la radio clandestina
Una delle privazioni che più faceva soffrire gli ufficiali italiani nei lager era la mancanza di notizie. Ma a Sandbostel avevano la “Caterina”
15 novembre 1944 – Meno male che c’è la “Caterina”!
Offlag (lager per ufficiali) di Sandbostel, Germania, 15 novembre 1944.
«Oggi è riapparsa la neve. Nessuna notizia da casa. Nessuna notizia della guerra. Le razioni di viveri sono state diminuite. Niente riscaldamento».
Chi racconta è un legnanese, Giuseppe Biscardini, che all’Armistizio dell’8 settembre si è rifiutato di aderire alla Wehrmacht, di combattere a fianco dell’ex alleato tedesco. «Caso contrario: la fame nei Lager. La nostra scelta è già fatta: nessuna collaborazione con i tedeschi.»
Il lungo viaggio di Giuseppe in carri bestiame lo porterà in diversi lager dove gli ufficiali italiani, sotto la sigla di IMI Internati Militari Italiani, non essendo equiparati a prigionieri di guerra furono privati di qualunque aiuto o protezione sia della Convenzione di Ginevra sia della Croce Rossa e patirono freddo, fame, sete, minacce, percosse, umiliazioni per costringerli a collaborare. Una delle privazioni che più li faceva soffrire era la mancanza di notizie. Ma a Sandbostel avevano la “Caterina”…
Dal diario di prigionia di Giuseppe. 5 giugno 1944.
«In questo lager esistono delle radio clandestine, la più famosa è la “Caterina”, costruita con mezzi di fortuna da compagni ingegneri e tecnici. Altre sono state introdotte nel campo con varie astuzie.
La Gestapo lo sa e le sta cercando furiosamente da giorni. Quando i tedeschi riescono a scoprirne una, sono guai grossi per i possessori. La cosa più eccezionale è che, una volta sequestrata una radio, né riesce a saltare fuori, dopo pochi giorni, subito un’altra. Oltre alle radio, ci sono i “lettori” dei bollettini di Radio Londra. Io sono uno di questi, per cui ogni sera mi reco in una baracca “ombra” a prendere il bollettino e di nascosto lo leggi ai miei compagni.
E’ così che oggi abbiamo la notizia dello sbarco degli alleati in Francia. Diventa realtà un fatto che nei nostri sogni era già avvenuto più volte. La gioia è immensa; è un raggio di sole fra tanto grigiore: una luce di speranza per la nostra liberazione.
Apprendo però contemporaneamente di grandi bombardamenti in Italia settentrionale. Sono in ansia per i miei cari.»
Nella fotografia scattata dal tenente Vittorio Vialli si vede appunto «una perquisizione di tipo leggero. Tutti gli occupanti di una baracca fuori con i loro stracci (Raus! Schnell! Tempo Tempo!). Adunata sul piazzale: quelli della Gestapo frugheranno dappertutto con cura, bagagli, vestiti ed interno della baracca. Cercano probabilmente la “Caterina”», annoterà a commento il fotografo. L’occhio segreto nel lager.
Renata Pasquetto
FONTE: Giuseppe Biscardini, “Gefangenennummer: 42872. Diario di prigionia”, 1986, riedizione 2015 [richiedibile presso le Biblioteche del Consorzio Nord Ovest ad esempio a Legnano e Provincia Varese ad esempio a Castellanza].
PER SAPERNE DI PIU’: http://www.museodellinternamento.it/radio-caterina/ – video su Radio Caterina “I ricevitori clandestini nei campi di prigionia” https://vimeo.com/195205840
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