Le sorelle del Carmelo: Far fiorire i tulipani
Domenica 15 novembre inizia il tempo di Avvento e dal Monastero ecco una riflessione della nostre consorelle
Domenica 15 novembre inizia il tempo di Avvento.
E’ questo il tempo dell’attesa del Signore Gesù che viene nel suo Natale. Quest’anno questo tempo rischia di essere ignorato e rifiutato perché è dalla primavera che siamo in “avvento”. Stiamo cioè aspettando.
Stiamo aspettando che finisca la pandemia che ha creato un pandemonio, stiamo aspettando l’esito del tampone, stiamo aspettando che si possa uscire, stiamo aspettando in fila per fare qualunque cosa, stiamo aspettando il vaccino, e via di questo passo.
Ognuno di noi ha vissuto e vive le sue attese più o meno grandi. Ecco perché questo avvento, questo tempo di attesa rischia di essere snobbato e ignorato.
Basta aspettare!
E’ questo il pensiero, che si fa a volte grido, che abbiamo dentro.
Siccome noi monache andiamo a Messa tutti i giorni “i messaggi” che ascoltiamo di più sono quelli della Parola di Dio, delle letture del giorno. Così ci siamo accorte che la liturgia già in questa settimana ci prepara a questo avvento.
Martedì 10 avevamo il ritorno del Signore che premia o castiga il servo in base alla sua condotta (Mt. 24, 45-51). Il grido che abbiamo fatto emergere meditando questa Parola è stato:
“Perché tardi Signore”?
Perché non vieni a porre fine a questo periodo così difficile?
Perché non vieni a sostenerci con la tua presenza?
Perché non vieni nel nostro quotidiano a rendere più semplici e godibili le nostre relazioni famigliari, quelle di lavoro?
Perché non vieni a fare compagnia agli anziani, a tenere la mano di chi muore?
Perché tardi e non vieni?
E giovedì 12 con la parabola dei talenti (Mt. 25, 14-30) si parla del Tuo ritorno per prendere ciò che ci hai affidato. Ritorno che mette in evidenza quanto ci siamo dati da fare.
Ma oggi, in questa situazione, quanto, come e dove ci si può dare da fare?
Non ci si può muovere più di tanto, non ci si può incontrare, non possiamo avere … non possiamo andare…ecc… Forse ci resta solo da investire nel piccolo, nelle piccole azioni che ci è consentito di fare. Un sorriso, uno sguardo dolce, la spesa per la vecchietta sola che abita al piano di sopra. E, al mattino, quando appena svegli, ci sovrasta l’angoscia del giorno e i pensieri più cupi ci assalgono, il gesto piccolo da compiere è quello di non iniziare a pensare, ma a fare e cioè buttarsi fuori dal letto e pensare al caffè fumante e profumato che andrò a fare e a gustare nella mia cucina. E ancora ad esempio il preparare con cura il cibo, stare a parlare con i nostri figli, ascoltare i già conosciuti racconti degli anziani.
Gesti in apparenza banali ma che ci accompagnano e ci fanno vivere in modo attivo un tempo di transizione che sta diventando lungo, troppo lungo.
Ma, forse tutto questo non basta, e non basta perché si ferma solo sull’oggi. Abbiamo bisogno di gettare lo sguardo avanti, verso il futuro che ci sarà dato. Così dobbiamo porre gesti che si schiudano al domani.
Ecco allora il titolo: “Far fiorire i tulipani”.
Si, oggi, domani o dopo piantiamo i bulbi dei tulipani, nell’umida terra (simbolo di dove siamo anche noi ora, al buio, senza luce), dove i bulbi non moriranno, ma, riscaldati dal tepore della terra cominceranno la loro marcia verso la luce, e un giorno spunteranno, per poi fiorire sui nostri balconi e nelle nostre case. Il tulipano, o qualunque desiderio:
…fiorito da radici
a lungo macerate
nell’umido spessore della notte.
(brano tratto da una poesia di madre Elisabetta del 1 settembre 1986)
è già lì, reale, davanti a noi che ci aspetta.
I nostri occhi già da ora lo vedono, perché sanno come è un tulipano rosso in fiore. Guardiamo ogni giorno il vaso con l’umida terra, e vedremo un bel giorno spuntare il tenero verde di quello che diverrà splendido fiore.
Anche questo ci può aiutare a passare questo tempo così difficile.
E a tutti l’augurio di vivere vitalmente questo Avvento.
Le sorelle del Carmelo
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