Il giorno e la storia – Attentato dei partigiani tra le stazioni di Legnano e Canegrate
Al transito di un treno merci, scoppiava un ordigno, facendo deviare alcuni carri e provocando la rottura del binario. Nessun morto
10 novembre 1944 –Circolazione treni bloccata per otto ore
Tutte le strade di Legnano erano state tappezzate con manifesti, fatti stampare dai fascisti, su cui compariva una fotografia di Samuele Turconi, sequestrata a casa dei suoi genitori, con una forte taglia promessa a chiunque lo avesse fatto catturare. Samuele era infatti il comandante partigiano legnanese artefice del riuscito attentato all’Albergo Mantegazza del 5 novembre precedente.
Nonostante questo Samuele si recò nuovamente a casa di Francesca Mainini, accanto alla caserma dei Carabinieri di Legnano, per realizzare altre bombe.
Non era la prima volta che Samuele con il suo gruppo di partigiani della 101^ Brigata Garibaldi GAP si occupava di treni. Questa volta – leggiamo nei notiziari della Guardia Nazionale Repubblicana – «Il 10 corrente, fra le stazioni ferroviarie di Legnano e Canegrate, al transito di un treno merci, scoppiava un ordigno, ivi collocato da banditi, facendo deviare alcuni carri e cagionando la rottura del binario» (Notiziario del 21-11-1944 pagina 11/39).
In precedenza avevano già fatto deragliare dei treni, il primo, come prova, nella stazione di Legnano e poi in tutta Valle Olona fino a Varese, utilizzando però dei cunei costruiti presso la fonderia Pensotti. Con le bombe ora era molto più comodo e distruttivo.
Di mattina presto, tre bombe vengono depositate da Samuele e tre partigiani gorlesi, Alessandro Montani (Sandrino), Carlo Scandroglio (Tanèla) e Mario Dormelletti, sui binari nei pressi di Canegrate e fatte brillare all’arrivo del convoglio. Il treno viene deragliato, il macchinista tedesco resta ferito e la circolazione dei treni è bloccata per otto ore: il treno era carico di militi repubblichini della Divisione “Monte Rosa”, diretti a Domodossola per partecipare ad un rastrellamento in forze contro i partigiani di montagna…
Feriti: uno (tedesco).
Morti: zero (zero tedeschi, zero repubblichini fascisti, zero partigiani di montagna che altrimenti sarebbero stati catturati e ammazzati).
Renata Pasquetto
(In copertina, immagine di repertorio)
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