Fondazione Sant’Erasmo di Legnano, altri quattro ospiti positivi al Covid e due decessi
Al termine dello screening di ospiti e personale, positive anche altre due assistenti socio-sanitarie. La fondazione punta sui tamponi antigenici rapidi
Altri quattro ospiti e due assistenti socio-sanitarie positivi al Covid-19 alla Fondazione Sant’Erasmo di Legnano. È questo l’esito con cui si è concluso lo screening cui sono stati sottoposti tutti i 115 ospiti e gli operatori della RSA dopo l’accertamento della positività al virus di un collaboratore della struttura che aveva lavorato anche nella RSA di Concorezzo poi rivelatasi un focolaio.
Sono sei, in tutto, gli ospiti della RSA di corso Sempione risultati positivi al tampone: tutti sono stati immediatamente ricoverati in ospedale, ma per due di loro purtroppo non c’è stato nulla da fare. Presentano invece pochi sintomi e sono in isolamento domiciliare le due assistenti socio-sanitarie che hanno contratto il virus, così come l’infermiera e le due ausiliarie socio-assistenziali già risultata positive nei giorni scorsi, mentre si è negativizzato ed è rientrato in servizio il primo operatore a contrarre il Covid-19.
La fondazione, intanto, prova a resistere alla seconda ondata della pandemia seguendo la strada del monitoraggio costante: «Tutti, ospiti e operatori, verranno sottoposti a tampone ogni settimana, con priorità verso chi dovesse manifestare sintomi di Covid-19 – spiegano il presidente, Domenico Godano, e il direttore generale, Livio Frigoli -. La realizzazione concreta del monitoraggio sta evidenziando, però, più di un’insidia: il sistema di processazione dei tamponi è purtroppo vicino al collasso e questo sta comportando un allungamento dei tempi di consegna dei risultati dei test, con ovvie ripercussioni sull’organizzazione del nostro servizio».
«Per di più, sabato scorso, l’ATS ha imposto con decorrenza immediata alla nostra RSA e ad altre otto della provincia di cambiare il laboratorio di riferimento incaricato di processare i tamponi – aggiungono Godano e Frigoli -; in conseguenza di questa inattesa decisione il Sant’Erasmo è costretto a portare le provette all’Istituto Auxologico di Cusano Milanino, con non pochi disagi organizzativi e logistici – che ci stiamo attrezzando per ovviare – e una criticità di fondo: quel laboratorio ha un limite di processabilità di 60 tamponi a settimana, un’inezia per una struttura come il Sant’Erasmo che conta 115 ospiti e 120 operatori».
Così la struttura ha deciso di puntare sui tamponi antigenici rapidi. «Ebbene, abbiamo deciso di colmare queste lacune del sistema acquistando con le nostre (pur risicate) risorse i cosiddetti tamponi antigenici rapidi, analoghi a quelli utilizzati in Veneto e certificati dal Ministero della Salute. Siamo ben consapevoli della querelle in corso sull’attendibilità dei tamponi rapidi e ci apprestiamo ad usare questi test antigenici con cautela e ricerca di conferma tramite tampone, ma…meglio di niente sono! E sicuramente ci consentono una prima scrematura fra sani e malati, quindi sono i benvenuti».
Per gli ospiti, inoltre, sono stati intensificati i contatti con i familiari tramite videochiamate e invio di foto e informazioni, così come continuano le attività di formazione per gli operatori. Per la massima tutela di ospiti e operatori, è stata avviata anche un’ulteriore istruttoria sull’emergenza, che comprende audit clinico, contact tracing e potenziamento dei dispositivi di protezione individuale da parte di tutto il personale.
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