L’asta per la ex piattaforma ecologica di via Menotti in consiglio comunale a Legnano
Da Franco Brumana, consigliere del Movimento dei Cittadini, un'interrogazione sulla vendita all'asta dell'ex piattaforma ecologica di Legnano
Dopo Accam, Legnano Patrimonio. Ancora una volta le partecipate del comune di Legnano finiscono nel mirino dell’opposizione consiliare fresca di nomina con un’interrogazione di Franco Brumana del Movimento dei Cittadini. L’ex candidato sindaco questa volta ha messo nel mirino la vendita all’asta del terreno tra viale Sabotino e via Ciro Menotti che fino a marzo 2013 ospitava una delle due piattaforme ecologiche della città, poi confluite in un’unica struttura in via Novara.
Poco dopo la metà di luglio il Comune di Legnano aveva pubblicato un bando per la vendita all’asta dell’area da 26.665 metri quadri, che per il 71,43% è di proprietà di Legnano Patrimonio, società interamente partecipata da Palazzo Malinverni e attualmente in liquidazione, e per il 23,5% fa capo ad Amga, altra partecipata della Città del Carroccio, con una piccola quota di proprietà di privati. Il prezzo base stabilito per la vendita del terreno era di 3.500.000 euro: le offerte – che potevano comunque scendere sotto il prezzo minimo – avrebbero dovuto essere presentate in busta chiusa entro il 20 ottobre e l’asta si sarebbe dovuta svolgere poi in un’unica seduta il 27 ottobre.
A inizio agosto, però, era arrivato un provvedimento di revoca dell’asta: Legnano Patrimonio, infatti, aveva «rilevato la diffusione sulla stampa locale di alcune informazioni in difformità rispetto a quanto riportato nel bando di asta», circostanza che non consentiva di «assicurare l’interesse pubblico al rispetto della par condicio fra i soggetti eventualmente interessati a formulare un’offerta di acquisto dei beni immobili oggetto di incanto». E da questo presupposto è maturata la decisione di fare marcia indietro e fermare la procedura. Senonché una settimana dopo Palazzo Malinverni aveva pubblicato un secondo bando per il terreno, identico al primo nei contenuti salvo che per le date: il termine per la presentazione delle offerte è ora fissato al prossimo 11 novembre, mentre l’asta è in programma per il 18 novembre.
Detto che per decidere il futuro del terreno servirà uno specifico piano attuativo, in base al PGT di Legnano la destinazione d’uso principale, anche se non l’unica, per l’area dove una volta sorgeva la piattaforma ecologica è quella residenziale, con possibilità di costruire fino ad un volume di circa 40mila metri cubi. Lo strumento urbanistico della città prevede anche che vengano individuate due aree che rimarranno adibite a verde pubblico. Una minima parte del terreno, inoltre, sarà destinata all’allargamento di viale Sabotino.
E ora il Movimento dei Cittadini su questa asta vuole vederci chiaro, sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista urbanistico. «Il capitale sociale di Legnano Patrimonio è detenuto dal socio unico comune di Legnano, che nel PGT vigente aveva attribuito a questa area una volumetria esagerata pari a quasi 40.000 metri cubi, corrispondenti più o meno a 160 appartamenti da 80 metri quadri ciascuno – spiega Brumana nell’interrogazione -. Il comune aveva inoltre venduto a Legnano Patrimonio, cioè a sé stesso, il terreno percependo un ingente corrispettivo dalla sua società, che era stata finanziata per l’acquisto dalla Banca di Legnano. Con questa manovra prettamente finanziaria, il comune aveva potuto momentaneamente sistemare i problemi del suo bilancio, ma nel contempo aveva compromesso un’area che per la sua posizione e la sua conformazione aveva un notevole valore strategico ai fini della programmazione urbanistica e che avrebbe potuto consentire anche di realizzare opere pubbliche al servizio del quartiere Mazzafame, oltre che della città».
L’ex candidato sindaco con l’interrogazione vuole sapere se l’amministrazione Radice «considera che l’edificazione di circa 40.000 metri cubi sul terreno messo all’asta sia conforme all’interesse pubblico ad una corretta pianificazione urbanistica della città e se ritiene di disporre la revoca dell’asta avvalendosi della prerogativa di socio unico di Legnano Patrimonio». Non solo: sul tavolo del “neonato” consiglio comunale Brumana porta anche una serie di questioni prettamente finanziarie, a partire dalla «situazione patrimoniale economica e finanziaria di Legnano Patrimonio», fino al debito garantito da ipoteca che grava sulla società e la cessione del credito da parte dell’istituto bancario ad una società che si occupa proprio di cartolarizzazione,
Brumana poi al nuovo sindaco chiede anche se ritiene che nella vicenda ci siano gli estremi per parlare di responsabilità per danno erariale o per altre ragione e se sia ormai caduta in prescrizione la possibilità di agire per vie legali, oltre ad interrogarlo sull’intenzione di mettere mano in tempi rapidi al PGT per frenare le previsioni di interventi edilizi contenute nello strumento urbanistico, «esagerate e sproporzionate» rispetto alle condizioni del mercato immobiliari e foriere di «ingiustificati consumi di suolo».
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