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Il giorno e la storia – Quanto costava la divisa da balilla?

Costava tanto e allora una maestra delle Carducci, nel 1942, aveva trovato la soluzione già al 25 di ottobre: «Ogni scolaro deve avere la divisa di Figlio della Lupa. Per Natale la chiedano a Gesù Bambino!»

Il giorno e la storia, mese di ottobre

21 ottobre 1942 – Tutti gli scolari in divisa: ma quanto costa? Lettera a Gesù Bambino…

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Una maestra delle scuole elementari Mazzini annota il 21 ottobre‘42:«Comunico agli alunni i prezzi della divisa; quest’anno tutti la debbono avere e faccio viva raccomandazione perché sia acquistata il più presto possibile».
Dai 6 agli 8 anni la divisa era da “Figli della lupa”. I maschi dovevano avere un Fez in lana nera con fregio in metallo dorato raffigurante la Lupa Capitolina che allatta Romolo e Remo, camicia in cotone nero con mostrine, fascia alla vita in stoffa bianca, completa di due bretelle incrociate sempre in stoffa bianca, pantaloni rigorosamente corti in lana grigioverde, calzettoni in lana grigioverde con due righe nere sui risvolti, scarpe in cuoio nero. Poi diventavano “Balilla” dagli 8 ai 14 anni (escursionisti fino ai 12 anni, poi moschettieri) con una divisa simile, senza più le fasce bianche ma in vita una fascia nera, con un fregio in metallo dorato raffigurante un’aquila con fascio littorio tra le zampe sul fez e un gran fazzolettone triangolare in cotone azzurro cadente sulle spalle e fermato al collo da un medaglione in metallo dorato raffigurante il Duce.

I pantaloni fino ai 14 anni erano rigorosamente corti. Perché? Non avevano freddo a quell’età? Eh, certo che avevano freddo ma i pantaloni lunghi erano un lusso: di vestiti ce n’erano pochi in casa e dovevano durare, passare dallo zio, al papà, ad un fratello maggiore, al minore girati, rivoltati, rappezzati più volte e un pantalone lungo con le cadute tipiche dei giochi infantili non sarebbe durato molto. Meglio sbucciare il ginocchio che rompere un pantalone. E quindi si portavano corti. Anche d’inverno.

Le “Figlie della lupa” e le “Piccole Italiane” (dagli 8 ai 13 anni) portavano invece come divisa un berretto a basco di lana nera, una camicia di cotone bianca, gonna nera plissettata, fascia di stoffa bianca in vita, calze bianche corte per le più giovani e lunghe per le maggiori di 8 anni, scarpe di cuoio o di vernice nera con fascetta chiusa da un bottone.

Ma era proprio obbligatoria la divisa? Esisteva in merito una circolare ministeriale? O era quell’insegnante che la pretendeva di sua spontanea volontà? E poi… ma quanto costava una divisa?
Un maestro delle De Amicis ci viene in aiuto nello stesso mese nello sciogliere i nostri dubbi: «una circolare relativa alla vestizione del Balilla dice che la divisa completa costa £. 65. La camicia £. 20, i calzoncini £. 32, il fazzoletto grande £.5, i calzettoni £. 8, il fez £. 7, il distintivo ed i numerini £. 1 (Circ. n. 2313/11)».

Lire 65 era una bella spesa! Alcuni bambini non potevano nemmeno comprarsi i quaderni per la scuola e li avevano in regalo dal Patronato Scolastico o dai compagni che facevano collette per regalarglieli. E nemmeno mangiavano a sufficienza. Mica tutti se la potevano permettere, la divisa.
E infatti anche l’anno precedente al 24 di novembre una maestra delle De Amicis scriveva sconsolata sul giornale di classe «Nessuna bambina ha la divisa di Figlia della Lupa. Invito le mamme delle scolarine meno povere per sentire se possono fare la spesa. In tutta la classe non ci sono bambine ricche; sono in generale figlie di operai; due sole sono figlie di impiegati ma una ha il babbo richiamato e l’altra la mamma malata di cuore e non in buone condizioni finanziarie. Nelle condizioni attuali non ho il coraggio di insistere, otto sole [su 39] si procureranno la divisa utilizzando indumenti smessi per fare gonna e camicetta e acquistando solo spallacci, berretti e lupe che costano £. 12.50».

E il Direttore Didattico di quell’anno appoggiò la sua scelta, eppure era un fascista DOC, Maggiore degli Alpini, decorato al valor militare, aveva partecipato alla Marcia su Roma. Ma era un Preside che amava i suoi alunni, decisamente più delle loro divise.
Una maestra delle Carducci di prima elementare maschile nello stesso anno 1941 la pensava diversamente e aveva anche trovato la soluzione già al 25 di ottobre: «Ogni scolaro deve avere la divisa di Figlio della Lupa. Per Natale la chiedano a Gesù Bambino!»

Renata Pasquetto

FONTE: Giornali di classe delle scuole elementari legnanesi gentilmente messi a disposizione da Alberto Centinaio e conservati presso il suo archivio personale

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Pubblicato il 21 Ottobre 2020
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