Lorenzo Radice sindaco a Legnano, vince con il 54% dei voti
Il centrosinistra torna a governare con un candidato giovane che ha battuto Carolina Toia. Nessun primo sindaco donna, dopo che il centrodestra era avanti di dieci punti al primo turno.
Lorenzo Radice è il nuovo sindaco di Legnano. Ha vinto il ballottaggio con Carolina Toia, ottenendo 11.733 preferenze, pari al 54,04%. La sua avversaria si è fermata a 9.977 voti.
Le previsioni indicavano un possibile testa a testa, invece, già dopo lo spoglio nelle prime sezioni, dal centro alle periferie, è subito emerso il vantaggio del candidato in “arancione”, colore scelto da Lorenzo Radice per caratterizzare la sua compagine composta da Partito Democratico, riLegnano e Insieme per Legnano – Legnano Popolare.
Nessun primo sindaco donna, quindi, a Legnano, ma un primo cittadino giovane, tra i più giovani della storia locale. Un sindaco con idee chiare, come ha dimostrato la strategia scelta nel ballottaggio, rifiutando apparentamenti che profumavano di una politica mai apprezzata da Radice e dalla sua coalizione.
Con questo governo cittadino, emerge in maniera robusta un’area cattolica importante a sostegno di Radice che influirà soprattutto in ambito sociale e assistenziale. Un governo dove non mancheranno figure storiche della politica legnanese. Un mix, insomma, per far ripartire la città anche in un ambito che, in questo periodo difficile e di tanti disagi, ha bisogno di attenzione.
Fondamentale sarà anche un ricambio generazionale. In consiglio comunale, Radice sarà supportato da diversi giovani che rappresentato i suoi “centurioni”, ragazzi con i quali ha iniziato la campagna elettorale, conquistato il ballottaggio e, oggi, vinto.
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Lorenzo Radice ha vinto ovunque. Anche in quelle sezioni dove la sua avversaria aveva dominato nel primo turno, ha saputo capovolgere anche in maniera clamorosa il divario. Nel primo turno, Carolina Toia aveva ottenuto 11.615 voti. Oggi si è fermata appena sotto i 10mila. L’elettore di centrodestra non è andato a votare, convinto che Radice non avrebbe mai potuto recuperare il distacco di dieci punti percentuali? Un po’ questo e un po’ quello. Pensare infatti che 1.600 dell’elettorato del centrodestra siano finiti dall’altra parte, è davvero un giudizio difficile da supportare con convinzione.
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