Famiglia Legnanese: La Martinella, numero settembre 2020
E’ possibile scaricare qui il periodico La Martinella della Famiglia Legnanese
L’editoriale
Quanto avremmo desiderato iniziare questo editoriale d’autunno brindando alla vendemmia di quest’anno che si preannuncia ottima e abbondante per la produzione dei nostri vini! Sia pure con una leggerissima diminuzione produttiva rispetto all’anno precedente siamo riusciti a battere i nostri cugini d’oltralpe. C’è tuttavia il problema dell’export, decisamente in calo, e quindi di cosa fare con l’uva in eccesso. L’Unione Italiana Vini (se non ci ubriachiamo noi italiani approfittando dell’eccellente annata) propone di trasformare l’esubero dei nostri vini Doc in alcol etilico, da destinare soprattutto alla produ- zione di disinfettanti. Anche questo vuol dire la pandemia in corso.
Portando il discorso su un piano più impegnato, questo autunno e i mesi che seguiranno sino alla disponibilità di un vaccino sicuro capace di debellare il virus si presentano pieni di incognite a tutti i livelli, caricando di ansia, in particolare, i soggetti più fragili della comunità, secondo un’innata condizione umana che il liberto e drammaturgo romano Publilio Siro così richiamava in una sua sentenza: “Sempre l’anima teme di più un male sconosciuto”. E tale è il Covid-19.
Ne parliamo in alcune pagine della rivista domandandoci “riusciremo a conciliare la scuola, il lavoro, il volontariato e le altre mille attività che una città laboriosa come Legnano mette ogni giorno in campo con le nuove esigenze di distanziamento sociale e di sicurezza sanitaria?” Gigantesche incognite del “male sconosciuto” i cui rischi si potranno limitare solo se tutti (privati e amministratori pubblici) sapranno rispettare le regole richieste dagli esperti della sanità; pur concordando con Catone che “Fra bocca e boccone molte cose possono succedere”.
Una situazione di incertezza rappresentata nella nostra copertina prendendo in prestito la fantasmatica visione offerta da un quadro del surrealista Mirò.
Tangente all’emergenza sociale Covid-19, che ci auguriamo possa avere una durata medio-breve, è il problema della crisi ecologica, segnatamente il cambiamento climatico, i cui effetti si manifestano da tempo e che abbiamo sperimentato questa estate con fenomeni meteorologici estremi, eventi che andranno sempre più a infierire sulle condizioni di vita soprattutto delle nuove generazioni. Da qualche anno, il nostro mensile richiama con forza l’attenzione sugli immani pericoli verso cui sta andando l’umanità con il riscaldamento climatico dovuto in gran parte alle attività dell’uomo. Ci conforta il fatto che altri organismi, istituzioni e personalità (non ultimo papa Francesco) non solo scienziati, giovani e persone di buon senso – stiano prendendo coscienza della situazione intervenendo con iniziative specifiche secondo le proprie competenze. Ne parliamo in questo numero sia a proposito di un percorso di formazione manageriale Liuc Università Cattaneo sull’economia integrale posta al servizio dello sviluppo armonico delle imprese, della società e dell’ambiente; sia in relazione alla nascita del Comitato Esg del Banco BPM volto a impegnare l’azienda in valori condivisi di “sostenibilità e ambiente” tra gli attori interni ed esterni dell’istituto ed i territori in cui opera.
Fabrizio Rovesti
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