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Il giorno e la storia: 17 settembre 1943 – Rapidi cambi di potere

77 anni fa l’assalto ai magazzini della Z.A.T. (Zona Area Territoriale) nei locali requisiti alla Tessitura S. Antonio del Tognella a Olgiate Olona

Generico 2018

Leggiamo sulla pag. 2 del “Corriere della sera” del 17 settembre 1943: «Per l’alimentazione. Norme sugli ammassi e il razionamento. Il Prefetto della Provincia … avverte che le norme sugli ammassi, sui raduni e sul razionamento rimangono immutate.»

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Il giorno e la storia - settembre 4 di 25

“Immutate” significa che dovranno essere ancora conferiti «agli ammassi i prodotti raccolti e da raccogliere nella presente campagna del granturco, del riso e delle patate» e soprattutto il grano non ancora consegnato con divieto di fuoriuscita dalle aziende di cereali e prelevamento dai magazzini se non preventivamente autorizzati.
In teoria questo sistema avrebbe dovuto ridistribuire equamente gli alimenti alla popolazione, ma in pratica questo non avveniva. Alcuni (fascisti) se ne approfittavano, prelevavano impunemente dall’ammasso, distribuivano presso amici e parentie rivendevano al mercato sommerso illegale e carissimo chiamato “borsa nera” arricchendosi; alcuni (contadini) per disperazione, per fame, o per lucro (ancora la borsa nera) non consegnavano all’ammasso quanto raccolto; alcuni (popolazione in genere) non trovavano nulla nei negozi e dovevano patire la fame o, se erano più fortunati, sottostare alla “borsa nera” pagando spesso in natura col sistema del baratto, arrivando a volte a commettere piccoli furti per poi scambiare la refurtiva col cibo.

Quel giorno il Prefetto avverte anche che «è fatto obbligo di riconsegnare agli ammassi grano, riso e altri cereali da chiunque asportati illegalmente dai depositi e dai magazzini privati e militari». Beh, questa non era certo la normalità negli anni passati ma l’armistizio di una decina di giorni prima, l’8 settembre, aveva avuto come conseguenza l’abbassamento momentaneo delle misure di sicurezza e l’assalto di tutti i magazzini da parte della popolazione.

In zona nostra è passato alla storia l’assalto ai magazzini della Z.A.T. (Zona Area Territoriale) nei locali requisiti alla Tessitura S. Antonio del Tognella a Olgiate Olona. Vi erano materiali bellici e di sussistenza provenienti dal deposito dell’Aeroporto di Tagliedo, vicino a Milano, che era maggiormente a rischio di bombardamento. Ci racconta la vicenda Natale Spagnoli nel suo libro “Fascismo e Resistenza nella realtà di Olgiate Olona” che raccoglie varie testimonianze. Don Zappa di Olgiate scrisse sul suo diario «i nostri bravi ufficiali e soldati dell’Aviazione, avendo copiosamente rubato al magazzeno deposito, se la squagliarono, lasciando il magazzeno stesso in balia del popolo dei paesi confinanti e non confinanti. Dalle 14 alle 20 [del 9 settembre] furono asportati viveri, tessuti, stoffe, liquori, cuoio, sandali, ecc. per circa 600 milioni di lire. Anche i nostri olgiatesi si fecero onore e divennero improvvisamente agiati, se non ricchi. Ci furono anche dei morti, ma allora non si aveva alcun senso di umanità». «La gente sopraggiungeva a frotte – racconta Angelo Borsetta – con ogni mezzo: carretti, carriole, mezzi di fortuna, persino qualche rara macchina: tutti cercavano di portare via il più possibile.»«Gente che correva carica di roba – aggiunge Carlo Ferrari – vino rovesciato a terra, farina e zucchero sparsi dappertutto; gente che veniva anche da Busto, Legnano, Castellanza.»

Ricorda infatti il legnanese Francesco Crespi in un’intervista ad Alberto Centinaio, che ringraziamo, che «quasi si ammazzavano per portare via formaggio, zucchero, pasta, riso. Quando la notizia è arrivata a Legnano, sono andato in bicicletta a Olgiate: ho visto gente camminare sul riso, sulla pasta, c’erano i sacchi, ma erano troppo pesanti così li tagliavano e riempivano le borse.»

«Molte famiglie, anche la mia – ricorda con ironia l’olgiatese dr. Giuseppe Belloni nel libro di Spagnoli – si erano rifornite di una certa quantità di stoffa di lana grezza e ruvida, del tipico colore blu delle divise invernali dell’aeronautica. In paese nei mesi successivi all’evento, vi fu un grande consumo di tintura marrone: si era scoperto che l’unico colore che riuscisse a mimetizzare il blu delle stoffe militari era il marrone scuro.» Ritinte con bolliture casalinghe, quelle stoffe furono utilizzate per confezionare pantaloni, giacche, cappotti, soprattutto per i giovani di Olgiate e dei paesi limitrofi. «Le nostre cosce, i nostri inguini, la superficie interna delle gambe, i nostri “coppini” erano perennemente di un colore indefinito fra il marrone della tintura, malamente fissata, e il rosso delle maligne irritazioni cutanee provocate dalla ruvidezza della stoffa.» Quei “vestiti della naja” passarono alla storia: impossibili da dimenticare, soprattutto per chi li ha indossati!

Comunque sul “Corriere della Sera” proprio a fianco dell’articolo in cui il Prefetto sostiene che le norme rimangono immutate, compare una sostanziale smentita: «Requisizione degli stabilimenti alimentari. La Prefettura comunica: “Per ordine del Comando delle truppe germaniche, tutti gli stabilimenti di generi alimentari nonché le fabbriche di tabacchi e le distillerie della Provincia di Milano sono da considerarsi requisiti dalle Forze armate germaniche: i relativi prodotti saranno distribuiti alla popolazione civile in base a direttive dello stesso Comando”». Non solo questi stabilimenti ma anche consorzi agrari, a cui venivano consegnati per l’ammasso i prodotti coltivati in zona, ecooperative dovevano dichiarare – ai fini della requisizione – ubicazione, titolare responsabile, potenzialità di lavoro, giacenze di materiale, elenchi delle maestranze e soprattutto indicazione delle organizzazioni sindacali presenti: per Legnano le denunce erano da consegnare «entro le ore 12 del 20 corrente, improrogabilmente» presso gli uffici dell’Unione Industriali in piazza Umberto I (ora San Magno).
Quel minaccioso germanico “improrogabilmente” seguito da un «i trasgressori saranno severamente puniti» lasciavano ben poche speranze… Il saccheggio di Olgiate aveva dato alle famiglie una boccata d’aria, ma ora? E poi… distribuzione a civili italiani in base alle direttive tedesche? Quali “direttive”? Quelle che, passando anche dalla stazione ferroviaria di Legnano, avrebbero diretto innumerevoli cerri merci di alimenti italiani in Germania, direttamente?Lasciando agli italiani la fame?
Ma le mamme di tutti i tempi non si lasciano spaventare da nulla e nessuno! E non amano sprecare, soprattutto della buona preziosa stoffa. E allora, ricorda il dr. Belloni,«tutti in quei tempi a Olgiate e nei paesi limitrofi indossavano una divisa marrone…» e stranamente mostravano “coppini” di un colore indefinito…

Renata Pasquetto

Immagine in copertina da guerrainfame.it

FONTI: il libro di Natale Spagnoli citato nel testo e più sotto e l’archivio privato di Alberto Centinaio.

PER SAPERNE DI PIU’: sul magazzino di Olgiate: “Fascismo e Resistenza nella realtà di Olgiate Olona” di Natale Spagnoli, Macchionne Editore, 2005. Per la costituzione del magazzino pag. 132 e seguenti. Per il saccheggio del pomeriggio dell’8 settembre 1943 pag. 136 e seguenti

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Pubblicato il 17 Settembre 2020
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