Don Fabio Viscardi lascia la città: “Legnano, la vera risorsa è credere nel futuro”
Così don Fabio Viscardi, prossimo a lasciare la parrocchia Santi Martiri e Legnano, si è aperto con Gianni Borsa per un servizio sulla rivista Polis
Oggi, domenica 30 agosto, don Fabio Viscardi ha celebrato la sua ultima messa da parroco dei Santi Martiri. Da settembre, infatti, sarà chiamato a Cesano Maderno per un nuovo incarico pastorale. Oggi, lo salutiamo anche noi, ringraziando per la sensibilità dimostrata verso la nostra redazione, con un servizio di Gianni Borsa pubblicato sull’ultimo numero della rivista Polis. Il sacerdote rilancia uno sguardo alla Chiesa cittadina e decanale legnanese.
«In una recente omelia parlavo di una chiesa ancora troppo “clericale”– spiega don Fabio -. Come se la tensione del post Concilio si fosse esaurita. Certo, il termine per me ha anche l’accezione bella di chi può e deve ringraziare la fraternità intessuta di stima condivisa con molti (bravi) preti della zona. Non nego però l’impressione che troppo dipenda dalla figura del sacerdote; e questo mentre sperimentiamo in termini lampanti la diminuzione e l’invecchiamento del clero. Non mancano laici formati e motivati; tuttavia vorrei uno scatto più deciso in questa direzione».
Un’occhiata alla città: «Lo dico a tutti e non solo ora che sto cambiando residenza. Legnano è una città vivace, con tante potenzialità. Sicuramente vivibile e attrattiva; ricca di proposte aggregative (basti pensare al mondo del palio) e anche culturalmente stimolante. Due i fenomeni che ho visto più evidenti in questo decennio e che sono l’un l’altro intrecciati: l’invecchiare della popolazione e l’arrivo di un numero consistente di persone da altre parti del mondo. In questo senso la vera risorsa è quella di “credere” nel futuro. Diversamente ci si limita alla difesa un poco sterile di un benessere costruito dalla laboriosa inventiva delle generazioni passate. E oggi investire sul futuro chiede necessariamente il coraggio di scommettere su una convivenza civile che non sarà più quella del presunto bel tempo antico».
Una parola di saluto ai legnanesi? «Certo! Anzitutto la gratitudine di chi se ne va portando ricordi e non rimpianti. Questi condannano alla nostalgia di un tempo che non c’è più, i primi sostengono e incoraggiano passi verso il futuro. Poi un augurio: quello di essere una città viva e vivace, inclusiva e attrattiva, dove non si cammina con la testa rivolta al passato ma mossi dal desiderio di un futuro migliore per tutti».
Qui l’intervista integrale di Gianni Borsa per la rivista Polis
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