Tre anni dall’attentato in cui morì Bruno Gulotta: «Oggi rivive nei nostri figli»
Il ricordo della compagna, Martina Sacchi. Grazie alla Fondazione Bruno Gulotta, ha acquistato la casa dove abita con i suoi figli
«Bruno manca, manca ogni giorno quando lo rivedo in suo figlio, sono uguali, e il suo ricordo è sempre con noi». Sono passati tre anni da quel terribile 17 agosto, quando un attentato terroristico portò via il 35enne Bruno Gulotta. Attorno alle 17 un attentatore si lanciò sulla folla nelle ramblas di Barcellona travolgendo con il suo furgone il giovane legnanese. Prima di morire riuscì a salvare la vita al figlio Alessandro, spingendolo verso Martina Sacchi, la sua compagna, che continua a lottare per portare avanti, pur tra tante difficoltà, il ricordo e l’esempio di un padre meraviglioso che faceva di tutto per i suoi due figli, Alessandro e Aria.
Oggi hanno 7 e 4 anni e la mancanza del padre è incolmabile: «Mi manca giocare a palla con il mio papà, ci giocavamo tantissimo. Anche con le macchinine, me ne comprava un sacco», ricorda Alessandro che in questa giornata è particolarmente agitato. «Ha in mente le immagini di quel giorno e per lui quella di oggi è una giornata difficile. Loro due erano sempre insieme e sono l’uno la fotocopia dell’altro, mentre Aria ha ereditato la conoscenza tecnologica del padre», spiega la madre che è da sola ora ad occuparsi dei due bambini cercando di fare del suo meglio. «Fortunatamente ho un lavoro in un supermercato e grazie alla Fondazione Bruno Gullotta anche una casa: non posso che essere grata a tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi in nostro aiuto».
Grazie alla Fondazione Bruno Gullotta, fondata da Tom’s Hardware, il giornale per cui lavorava Bruno, pochi giorni dopo la tragedia, Martina è infatti riuscita ad acquistare l’appartamento dove vive con i suoi figli: «I soldi per l’affitto erano sprecati, così grazie alla generosità di chi ci ha sostenuto siamo riusciti a comprare la casa, questo ci dà grande sicurezza. Non so come avrei fatto senza questi aiuti, anche perché, non essendo spostata con Bruno, non ho mai potuto beneficiare dei fondi delle vittime di terrorismo: per lo Stato non sono mai stata nessuno». I fondi sono invece arrivati ai suoi figli e saranno utilizzati per il loro futuro.
Raggiunto l’obiettivo, la fondazione quest’anno verrà chiusa, come conferma il fondatore Roberto Buonanno, titolare di Tom’s Hardware: «Abbiamo raggiunto un grande risultato raccogliendo oltre 130mila euro – spiega -. Tanta solidarietà ci ha sorpreso e siamo felici di avere aiutato la famiglia di Bruno, una figura fondamentale per il nostro giornale».
Di seguito riproponiamo l’intervista a Martina Sacchi all’interno di Digital Life (al minuto 43 e al minuto 50), il documentario prodotto da Veresenews in collaborazione con Rai Cinema, su come il web ha cambiato la sua vita. La compagna di Bruno Gulotta ha parlato sia del lato negativo del web, quando «è stata lesa la privacy della mia famiglia per la corsa a chi pubblicava per primo la notizia della morte di Bruno», sia di quello positivo, che ha permesso alla fondazione di farsi conoscere e di circolare online fino a raggiungere migliaia di persone e di sostenitori.
https://www.rai.it/raicinema/video/2020/03/Digitalife-d09f6420-885e-4f52-b3b8-68ceafa001bf.html
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