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Il giorno e la storia: agosto 1943, la bomba a Legnano nella testimonianza di Luigi Botta

Luigi Botta, presidente onorario della sezione legnanese ANPI, allora ragazzino, ricorda i tragici momenti immediatamente successivi allo scoppio dell'ordigno che portò distruzione e morte nel quartiere

Generico 2018

La bomba su Legnanello il 13 agosto 1943 nei ricordi di Luigi Botta, presidente onorario della sezione legnanese ANPI, allora ragazzino. Una testimonianza carica di emotività, anche per la capacità espressiva del racconto.

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Il giorno e la storia, da giugno ad agosto 4 di 56

Una notte così non la si dimentica. Era il 12 agosto e quasi sicuramente era un giovedì. Lo ricordo perché in quel periodo il giovedì era il giorno fisso da sempre della visita a mia madre di una sua cara amica d’infanzia, una certa signora Isolina. Nel salutarsi l’Isolina assicurò mia madre che quella notte avremmo dormito perché aveva sentito uno dell’UNPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea), uno che se ne intendeva, affermare che per quella settimana non ci sarebbero state altre incursioni aeree su Milano.

Da diverse notti infatti la sirena posta sul tetto delle scuole Cantù ci obbligava alla sveglia per correre nel rifugio. Abitando in via Bramante, per noi e per le famiglie viciniori il “rifugio antiaereo” era la cantina della famiglia Garantola, attrezzata con delle panchine di legno per accoglierci.

Nonostante le buone previsioni quella notte la sirena d’allarme suonò ancora ed a lungo. Ci alzammo, mia madre prese la sua piccola borsa con tutti i ricordi di famiglia che teneva sempre pronta e scendemmo nella cantina. Seppi poi da mia madre che io mi riaddormentai subito con la testa appoggiata al suo braccio. Poi venni svegliato mentre la sirena annunciava il cessato allarme.

Appena rientrati in casa una fortissima luce fredda illuminò tutta la zona. Una cosa mai successa prima. Corsi verso la porta che dava sul cortile per vedere ed in quel momento ci fu uno scoppio assordante. Era la bomba. Per lo spostamento d’aria il chiavistello ferma porta saltò in aria e mi colpì sulla fronte. In pochissimo tempo la gente era già per strada, la notizia della bomba si era sparsa in un attimo. Ricordo una voce che gridava: “E’ caduta dopo la villetta di Scuabìs”. La villetta era l’ultima casa della Legnano di allora, poi era campagna fino all’Olmina.
Nonostante le urla di mia madre, con due amici decisi di andare a vedere. Pochi minuti di corsa: via Bramante, via Manzoni, la fonderia Oldrini poi lo sbarramento con delle corde. Oltre le corde tanta gente che piangeva, gridava, chiamava i propri familiari…

Riuscii a passare lo sbarramento ma ritornai subito indietro spaventato: ero finito vicino ad un gruppetto di pompieri che con le mani sollevavano da terra brandelli di corpi umani e li mettevano in fazzolettoni usati come sacchetto. Senza accorgermi mi sedetti a terra con gli occhi pieni di paura e lacrime. Non ebbi il coraggio di raccontarlo a mia madre.

Qualche tempo dopo, non so dire quando, sul luogo dove era caduta la bomba venne eretto una specie di monumentino credo in legno compensato per commemorare le vittime. A benedire il luogo venne l’allora parroco di Legnanello don Luigi Contardi in cotta e stola con alcuni chierichetti con l’aspersorio e la croce astile. Io ero uno di quei chierichetti.

Luigi Botta

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Pubblicato il 13 Agosto 2020
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