Strage di pesci nell’Olona, ATS esclude l’avvelenamento
Esclusa anche una causa infettiva all'origine della strage di pesci nell'Olona. Dagli Amici dell'Olona la richiesta di un «serio servizio di polizia fluviale»
«Dagli esami effettuati non è possibile individuare come causa di morte una delle sostanze tossiche tra quelle ricercate. Sono escluse le cause infettive». È questo il laconico responso dell’ATS dopo i controlli effettuati a seguito della strage di pesci registrata lungo il fiume Olona, nel tratto tra Castellanza e Legnano, ad inizio luglio.
Le prime segnalazioni relative alla presenza di numerosi cadaveri di pesci nel fiume erano arrivate la sera del 3 luglio, così il giorno successivo ARPA ha analizzato le acque, senza però trovare elementi inquinanti nel tratto di fiume a Legnano. Era poi intervenuta l’ATS, ma anche in questo caso i controlli non hanno avuto miglior fortuna. Anche Olona spa, società proprietaria dei depuratori del fiume, aveva rispedito al mittente ogni possibile responsabilità legata agli impianti che si trovano lungo il corso d’acqua.
Le analisi, quindi, non sono andate a segno, ma la battaglia degli Amici dell’Olona per scoprire la causa della strage di pesci non si ferma. «L’ATS ci ha comunicato gli esiti delle analisi dell’istituto zooprofilattico – spiega Franco Brumana, portavoce degli Amici dell’Olona e candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative -. Non sono state reperite le sostanze tossiche ricercate ma è stata esclusa una causa infettiva. Non credendo ad un suicidio contemporaneo e di massa delle migliaia dei pesci morti ed essendo convinti che si tratti di un evento straordinario e gravissimo, che potrebbe influire anche sulla salute umana attraverso prodotti agricoli coltivati e irrigati con l’acqua avvelenata, chiediamo che le indagini proseguano sino a scoprire le cause della strage».
Quello che servirebbe, secondo gli Amici dell’Olona, è un servizio di polizia fluviale. «Sicuramente possiamo affermare che manca qualsiasi serio servizio di polizia fluviale. La Regione tiene gli uffici dell’Arpa sottodimensionati e privi di risorse adeguate. I carabinieri forestali sono pochissimi in relazione al territorio di competenza e sappiamo che fanno più del possibile ma non possono essere lasciati soli. Occorre che la Regione si attivi per coordinare le varie forze di polizia, compresa la Polizia Locale, doti gli uffici dell’ARPA di personale sufficiente e di attrezzature adeguate. Comprendiamo che a molti politici faccia comodo non scoprire verità scomode, ma devono rendersi conto che questo loro comportamento non è più tollerabile. Si sta provvedendo a risolvere la questione dell’inquinamento di base del fiume, che proviene dai depuratori e non si può lasciare impuniti i criminali che hanno avvelenato l’Olona. Sarebbe un incentivo a che questi fatti si ripetano. A questo punto se non si darà luogo a un servizio di polizia fluviale efficiente sapremo che la responsabilità politica di eventuali altri simili fatti ricadrà su chi governa la Regione».
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