Al Circolone di Legnano, con l’ANPI, una pastasciutta antifascista e di riconciliazione
Al Circolone di Legnano, rinnovata la tradizione della pastasciutta antifascista nel ricordo del piatto cucinato da papà Cervi alla caduta di Mussolini
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Una “pastasciutta” non tanto contro qualcuno, ma di riconciliazione. Così Vittoriano Ferioli, anima storico del Circolone di via S.Bernardino ha voluto battezzare il tradizionale evento che ogni anno riunisce amici e associati della sezione legnanese ANPI, per ricordare il piatto cucinato da papà Cervi il 25 luglio 1943: «Allora, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra – ricorda Ferioli -. Avrebbero potuto tirar fuori dalla cantine i fucili. Invece, andarono in cucina e prepararono pentole di maccheroni al sugo. Un gesto di riconciliazione che oggi, qui, vogliamo rinnovare».
L’invito è stato accolto da un folto gruppo di associati e completato da Lorenzo Radice, candidato sindaco e socio Anpi, dai sindacalisti Jorge Torre, Giuseppe Oliva e Stefano Dell’Acqua, dall’ex capogruppo democratico Federico Amadei, da tanti semplici cittadini. Con loro Primo Minelli presidente ANPI: «Oggi, in ricordo di papà Cervi e dei suoi sette figli fucilati dai fascisti, l’ANPI di Legnano in collaborazione con il Circolane ha vissuto una bella e partecipata giornata. Ritrovandoci per mangiare la pastasciutta che ricorda quell’evento, si sono ribaditi i valori dell’antifascismo, della Costituzione democratica, i diritti e la dignità per tutti. I valori del lavoro, della pace e della solidarietà tra i popoli contro il razzismo, valori che non muoiono mai. La crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo ci richiama all’attualità di quei valori e ci ricorda che da solo non si salva nessuno».
«Uomini come papà Cervi ci hanno lasciato una eredità che dobbiamo far vivere e coltivare tramandandola alle future generazioni, affinché non si ripetano le tragedie della seconda guerra mondiale con tutti i suoi lutti e gli stermini di massa avvenuti», il commento finale di Minelli, prima di “inforchettare” il suo piatto di pastasciutta, antifascista e riconciliante.
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