Il giorno e la storia: 28 giugno 1944, il concentrato di pomodoro
Un tema che oggi può anche far sorridere, ma nel 1944 era di estrema attualità e di necessità alimentare: il concentrato di pomodoro
Puntata della rubrica “Il giorno e la storia” a cura della dr.ssa Renata Pasquetto, associata ANPI Legnano, su un tema che oggi può anche far sorridere, ma nel 1944 era di estrema attualità e di necessità alimentare: il concentrato di pomodoro. E’ il 28 giugno 1944, così il Corriere della Sera aggiornava i lettori su un provvedimento della “Sezione provinciale dell’alimentazione “
Nel periodo di guerra tutto doveva essere acquistato mediante buoni della carta annonaria che davano diritto ad un quantitativo fisso per persona ed alcuni prodotti di difficile reperimento dovevano essere prenotati con largo anticipo. Uno di questi era il concentrato di pomodoro.
Ma a quanti grammi al mese si aveva diritto? Beh, dipende. No, non dipende dall’età o dalle condizioni di salute ma… dalla città in cui si viveva!
Sul Corriere della Sera del 28 giugno 1944 leggiamo infatti che “La Sezione provinciale dell’alimentazione comunica che è in corso di distribuzione il concentrato di pomodoro nella misura di gr. 200 per persona, per i possessori della carta annonaria individuale per generi alimentari vari emessa nei comuni di Milano, Legnano” e altri sette comuni “e di gr. 150 per i titolari della carta annonaria individuale per generi alimentari vari emessa nei restanti comuni della provincia.”
Quindi noi legnanesi avevamo diritto a 50 grammi in più: perché? Non lo so. Forse perché la popolazione legnanese era principalmente operaia, addetta a fabbriche quasi tutte militarizzate? e con lavorazioni che richiedevano un forte dispendio energetico? Pensate alla Franco Tosi, al reparto acciaieria, per esempio.
E in effetti le altre città che avevano diritto a 200 grammi di pomodoro avevano industrie metalmeccaniche pesanti: Monza, Lissone, Sesto San Giovanni (con la Pirelli, la Falk e la Breda). Città che diedero il loro contributo alla guerra, ma diedero, con Legnano, un grande contributo anche alla Resistenza dopo l’8 settembre 1943 sabotando, boicottando, rallentando la produzione bellica e organizzando grandiosi scioperi operai soprattutto a gennaio e marzo ’44. Molti di quegli scioperanti vennero arrestati e inviati nel lager di Mauthausen dove si moriva rapidamente di fame, di botte e di pesante lavoro coatto. Chi sopravviveva aveva una sola prospettiva: operaio schiavo in un qualche lager in Germania, finché il suo fisico avesse retto.
Renata Pasquetto
In copertina, il rancio dei soldati nella seconda guerra mondiale (dal sito “Oltre la linea”)
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