Impianto per l’umido a Legnano, la Sinistra: «Serve nuova mentalità»
Dopo la notizia dell'imminente inizio dei lavori per l'impianto per l'umido, le prime reazioni delle forze politiche in lizza per le prossime elezioni
L’impianto per l’umido di via Novara a Legnano entra a gamba tesa nella campagna elettorale per le prossime amministrative a Legnano. A stretto giro di posta dalla notizia che dopo anni di rinvii e contrattempi è previsto per luglio l’inizio dei lavori per la realizzazione della nuova struttura, dalle forze politiche in lizza per la poltrona più alta di Palazzo Malinverni iniziano ad arrivare le prime reazioni.
L’impianto era già stato al centro del dibattito durante la campagna elettorale del 2017, e già tre anni fa il candidato di quella che all’epoca si chiamava “Legnano in Comune – Sinistra, Costituzione”, ovvero Juan Pablo Turri, non aveva usato mezzi termini per dare voce alla ferma contrarietà del gruppo alla realizzazione dell’impianto. Ora il nome della lista è cambiato, il candidato con ogni probabilità anche, ma la posizione de La Sinistra rimane la stessa.
Oggi come allora, sono tante le perplessità del movimento rispetto all’impianto per l’umido: l’impatto sul traffico, i problemi legati alla salubrità dell’aria, la vicinanza all’ospedale e al Parco Alto Milanese, «l’anomalia di un bando con partecipante unico», la sostenibilità economica legata agli incentivi statali, e i rischi connessi a quello che «è pur sempre classificato come industria insalubre di prima categoria».
Niente che non sia già da anni al centro del dibattito e dell’azione di opposizione di associazioni e comitati, certo. Ma comunque per la Sinistra l’ennesima conferma della scelta di «perpetuare un modello ormai vecchio», che «anziché perseguire la logica del “produrre meno rifiuti – riusare – recuperare”, demolisce sostanza organica con un processo per niente naturale per ottenere un po’ di combustibile, in questo caso metano, e del “compost” sulla cui “qualità” sono in molti studiosi di queste cose a dubitare».
Scelta peraltro portata avanti nonostante le alternative non manchino. «Non solo quella ovvia di produrre meno rifiuti, cominciando col ridurre gli sprechi che sono all’origine del food vaste. Sono ormai diversi in Italia gli impianti che lavorano con metodiche di compostaggio (quello vero: aerobico, che non distrugge la matrice organica) e in diverse regioni italiane, con governi di diverso colore, vengono avanti leggi che promuovono il compostaggio di prossimità e di comunità, oltre all’auto-compostaggio».
Insomma, per la Sinistra serve «un cambio di mentalità, oltre che una consapevolezza più diffusa. Quest’anno l’overshoot day in Italia è stato il 14 maggio: da quel giorno siamo in deficit ecologico avendo consumato tutte le risorse che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno per noi. Un pianeta di scorta non l’abbiamo. Se non cambiamo rotta, e velocemente, il disastro è sicuro».
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