Amga: «monitorati i gelsi del Castello attaccati da Takahashia»
Amga è in attesa di ricevere indicazioni ufficiali da parte degli Enti preposti. Per questo insetto non è prevista alcuna lotta obbligatoria
La Takahashia japonica,l’insetto orientale che ha attaccato i gelsi del Castello di Legnano, «non è pericolosa per l’uomo e non sembra letale nemmeno per le piante». Lo ha spiegato Amga, che sta tenendo monitorata la situazione in attesa di ricevere indicazioni ufficiali da parte degli enti preposti: uno per tutti, il Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia.
Riconoscibile dagli “strani” anelli bianchi sui rami e sulle foglie, la Takahashia colpisce diverse specie arboree ed arbustive ed è stata in questi giorni avvistata su alcuni alberi presenti al Castello e in altre aree verdi legnanesi, sollevando varie domande da parte dei cittadini. «Gli ovisacchi bianchi di struttura cerosa che sembrano degli anelli – spiega Amga in una nota stampa diffusa in giornata – vengono depositati dalle femmine sui rami e contengono le uova, in attesa che si schiudano ma, a differenza, ad esempio, della ben più nota Anoplophora Chinensis, non è un organismo da quarantena e contro la stessa non è prevista la lotta obbligatoria. Nelle aree urbane utilizzare insetticidi efficaci sarebbe, evidentemente, complicato e poiché i trattamenti non si rivelerebbero comunque risolutivi, occorrerebbe intervenire più volte l’anno tutti gli anni, e al momento non esistono principi attivi o prodotti chimici specifici e testati ufficialmente. I trattamenti meccanici (che consistono nell’asportazione dei rami più bassi), avrebbero, invece, un effetto principalmente estetico, considerando che si andrebbe ad asportare l’insetto solo parzialmente».
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