Famiglia Legnanese: La Martinella, numero giugno 2020
Impossibilitata a stampare come da tradizione il numero di giugno della rivista La Martinella, la Famiglia Legnanese ci offre comunque la possibilità di leggerla sul web
Impossibilitata a stampare come da tradizione il numero di giugno della rivista La Martinella, la Famiglia Legnanese ci offre comunque la possibilità di leggerla cliccando qui: La MARTINELLA Giugno
EDITORIALE
È cielo vero quello che sembra aprirsi ai nostri occhi? O è il cielo illusivo dipinto da Mantegna nella Camera degli Sposi? L’augurio è che sia “il cielo oltre la stanza”, quello vero, come recita il titolo della nostra copertina. Parole poste in contrasto con il trompe-l’œil dell’Oculo con putti, che si apre in alto e al centro del capolavoro mantegnesco
(notoriamente visibile nel Castello di San Giorgio a Mantova) del quale proponiamo delle informazioni “turistiche” nelle pagine centrali del mensile, oltre a quelle dedicate alla copertina, per invogliare a visitarlo in questo incerto periodo transitorio.
L’impressione è di vivere oggi in una sorta di limbo, sospeso tra il desiderio di riacquistare la libertà perduta e la paura di un male mortale, sensazione che pare variare secondo una gradazione in cui c’entra molto anche l’età. Quindi, una scampagnata fuori porta e in un luogo d’arte non può che far bene allo spirito e al corpo (non è da trascurare la cucina mantovana).
Dobbiamo, comunque, ascoltare le voci degli scienziati e dei medici specialisti in pandemie che ci invitano alla prudenza, a non illuderci che tutto sia finito in questa fase 2 di transito alla 3. Il virus ancora attivo potrebbe portare nuove “zone rosse” e poi c’è l’incognita della prossima stagione fredda. Quindi mascherine a tutto spiano (diverse immagini fotografiche di questo numero del periodico sembrano parlare di una civiltà “dell’uomo mascherinato”),
lavarsi bene le mani e niente assembramenti, con qualche rinuncia anche affettiva. Ricordiamoci solo le parole de Il cielo in una stanza di Gino Paoli:
“Quando sei qui vicino a me / Questo soffitto viola / No, non esiste più / Io vedo il cielo sopra noi”.
E parlando del cantautore genovese nato a Monfalcone, la nostra mente ci porta all’apertura dei confini regionali. Anche i lombardi possono andare in montagna, nelle città d’arte o nelle diverse riviere, come quella ligure che, a fine luglio, potrà inoltre contare sulla percorribilità del nuovo ponte di Genova, memoriale di una tragedia, ma anche opera simbolo di un’Italia che vuole rialzarsi, almeno così si spera (se ne parla ampiamente nella pagina
dell’Apil).
Comunque ci vuole molta pazienza poiché non sappiamo quando finirà tutto questo. Ricordo che quando chiesi a mio padre, che aveva vissuto in divisa i lunghi anni dell’ultima guerra, come aveva fatto a sopportare quel periodo mi rispose laconicamente: “poi ci si abitua a pazientare”. Leopardi scrisse nello Zibaldone che “la pazienza è la più
eroica delle virtù giusto perché non ha nessuna apparenza d’eroico”.
Fabrizio Rovesti
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