Cooperativa Santi Martiri, superato il lockdown ha riaperto i battenti
È ripartita più solida di prima la cooperativa dell'Oltrestazione, che vanta 14 lavoratori a tempo indeterminato. La realtà di via Venezia, però, ha registrato un calo del 40% delle commesse
È ripartita più solida di prima la cooperativa Santi Martiri di Legnano. Rimasta ferma dal 9 marzo a causa dell’emergenza Covid-19, la storica e benemerita realtà di via Venezia, guidata da Lorenzo Turri, ha ripreso le sue attività con entusiasmo. Di problemi non ne mancano, visto che il 40% delle commesse dopo il lockdown si sono azzerate, ma la voglia di lavorare e migliorarsi vince contro qualsiasi avversità. Ed proprio questa positività ad essere la carta vincente della cooperativa sociale che vanta 14 lavoratori con contratto a tempo indeterminato.
Turri, con don Fabio Viscardi della parocchia SS. Martiri, nel presentare il bilancio post chiusura da Covid-19, ha precisato che le difficoltà economico imprenditoriali del territorio sono lampanti: «Alcune società hanno ripreso normalmente come il calzaturiero – spiega Turri – per il quale produciamo sottopiedi, adesivizzazione e contrafforti. Altre stanno accusando il colpo, basti pensare che nel nostro piccolo abbiamo registrato un netto calo nel settore della componentistica e nella realizzazione di resistenze elettriche. Per non parlare delle commissioni per il montaggio di interruttori: è ridotto a zero». I primi a tornare al lavoro sono stati i due giardinieri che lo scorso 14 aprile hanno iniziato ad effettuare tagli su commissione in città. I 14 dipendenti, affiancati da due tirocinanti risocializzanti e due giovani impegnati nella formazione per l’inserimento lavorativo, sono tornati a pieno regime il 14 maggio.
La cooperativa ha riaperto in totale sicurezza: con dispositivi e igienizzante per i dipendenti oltre che opere di sanificazione degli spazi almeno una volta alla settimana: «Ovviamente – commenta Turri – ci auguriamo che arrivino nuove commissioni, il lavoro non basta mai». L’emergenza Covid-19 è stata un momento di riflessione importante, in quanto, ha permesso a questa realtà di ripensare ai suoi obiettivi: «Vogliamo ripartire dai nostri cinque motivi fondanti: dare lavoro, dare dignità, dare fiducia, dare accoglienza e, infine, dare speranza… speranza per il futuro». La cooperativa sta resistendo, ma c’è sempre bisogno di una mano e per questo Turri ha deciso di chiedere alla comunità di donare il proprio 5×1000 (C.F.12383090151) perchè come afferma il decano Viscardi: «non bastano solo le preghiere, ci vuole anche la volontà di dare una mano concreta al prossimo».
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