Il giorno e la storia: “Come si poteva festeggiare una dichiarazione di guerra?”
La testimonianza di Arturo Oldani, allora in terza elementare, quando il 10 giugno 1940, in piazza S.Magno, alla voce di Mussolini emessa dagli altoparlanti seguì il boato festoso di tanti giovani
80 anni fa l’Italia scendeva in guerra. Era il 10 maggio 1940. Per ricordare quegli eventi e come Legnano visse momenti anche tragici, la dr.ssa Renata Pasquetto, associata ANPI Legnano, ha preparato per Legnanonews una serie di racconti che ci ricordano episodi e personaggi dell’epoca. Oggi, proseguiamo il percorso della rubrica “Il giorno e la storia” con una testimonianza di Arturo Oldani (Nel video la dichiarazione di guerra di Benito Mussolini, ripreso dalla pagina youtube di Matteo Pasotto)
Io avevo nove anni e mezzo, facevo la terza elementare. Era l’ultima settimana di scuola perché poi ci sarebbero state le vacanze estive.
Quel giorno, il 10 giugno 1940, tutte le scuole di Legnano, tranne le elementari, sono state avvisate che gli alunni avrebbero dovuto presentarsi entro le cinque del pomeriggio in piazza Umberto I (ora San Magno)per ascoltare la voce del Duce attraverso gli altoparlanti.E tutti, tutti i paesi d’Italia erano collegati.
Lo ricordo come se fosse adesso: alle cinque precise la voce del Duce annunciò “Combattenti di terra, di mare, dell’aria. Camicie nere della rivoluzione e delle legioni. Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del Regno d’Albania. Ascoltate!”
C’era la piazza piena di ragazzi delle medie, del liceo, di sedici o diciassette anni, ed ero stupito della loro reazione: un boato di entusiasmo si alzò in piazza San Magno. “Ooooooh! Eeeeeeh!”
“Un’ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili.” Altro boato “Siiiiiì! Ooooooh!”
“La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.” Urla di assenso “Ooooooh! Siiiiiì! Du-ce Du-ce!!!” soprattutto dei ragazzi più grandi. Sembrava una kermesse, una festa! E io, che avevo nove anni e mezzo, non riuscivo a comprendere come si potesse festeggiare una dichiarazione di guerra.
Per due anni circa i fatti della guerra sembravano dare ragione a Mussolini ma nel ’42 dopo l’entrata in guerra dell’America sono cominciati i tempi duri.
Quegli stessi ragazzi del liceo esultanti che avevo accanto in piazza sono andati in guerra, sul fronte. E molti non sono tornati più. Anche un ragazzo che viveva nel mio cortile non è più tornato.
Il pomeriggio di un sabato di fine ottobre abbiamo visto per la prima volta al tramonto una quantità di aerei sorvolare Legnano in direzione di Milano e ci siamo chiesti di cosa si trattasse. Andavano a bombardare Milano. Da quella volta li vedemmo spesso e poi vedevamo distintamente in quella direzione il bagliore rosso degli incendi che seguivano il bombardamento.
Questa è la guerra e io, che ero un bambino, già quel 10 giugno 1940 nonostante l’entusiasmo dei più grandi avevo avuto l’impressione che non sarebbe stata una festa, una kermesse.
Arturo Oldani
Prossimo racconto: 12 giugno 1940 –I primi allarmi e “La sonora” di Legnano
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