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“Guarito dal Covid grazie a mia moglie e al mio ottimismo”

La lettera di un nostro lettore guarito dal covid dopo quasi due mesi di malattia.

Generico 2018

Sono guarito dal Covid due settimane fa. La mia quarantena l’ho trascorsa tra casa e ospedale e per fortuna oggi posso raccontare questa difficile esperienza che mi ha fortemente segnato.  I primi sintomi sono arrivati i primi di marzo. Tosse secca, seguita alcuni giorni dopo da febbre alta e inappetenza. Stessi sintomi, ma più lievi, per mia moglie. La tosse è aumenta e la respirazione è iniziata a diminuire. Su consiglio di un amico medico sono andato in un centro privato per sottopormi a una tac: mi è stata diagnosticata una polmonite interstiziale, tipica del Covid-19. Con i miei problemi di cuore – sono cardiopatico e ho 71 anni – mi è stato consigliato di chiamare il 112 per il ricovero in ospedale: una volta arrivata l’ambulanza, gli operatori hanno però appurato che la saturazione respiratoria non era sotto il livello di guardia e il medico del 118 mi ha invitato a rimanere a casa per evitare di peggiorare la situazione con infezioni, che avrei potuto prendere in un ospedale stravolto dall’emergenza e al limite della capienza. Anche se in quei giorni di assoluto caos i pazienti non venivano curati nemmeno a domicilio e non c’erano protocolli sanitari.

Grazie sempre ad amici medici, che mi seguivano a distanza, ho iniziato a prendere un antibiotico: un infermiere dell’ospedale di Garbagnate si è reso disponibile a venire a casa per le iniezioni di Rocefin, ho assunto il medicinale per l’artrite reumatoide (Plaquenil) mentre mia moglie mi teneva continuamente sotto controllo la respirazione con il saturimetro. Sono stati giorni difficili, non potevo vedere figli e nipoti, se non da lontano o in video chiamata, fortunatamente l’amore di mia moglie, la sua attenzione e le sue cure mi hanno aiutato a reagire con più ottimismo. A lei devo gran parte della mia guarigione, da solo non ce l’avrei fatta.

Quando pensavo di avere recuperato un pò di forze mi sono sottoposto ad una seconda tac: la polmonite era però peggiorata. A questo punto mia moglie mi ha portato al pronto soccorso e sono stato ricoverato in un reparto covid, in ossservazione, dove mi è stato fatto il tampone, risultato positivo, e dagli esami del sangue sono emersi valori anomali. I medici hanno corretto la mia terapia e dopo cinque giorni sono stato dimesso e sono tornata a casa in isolamento, in attesa di essere chiamato per il tampone. In ospedale, vedere tutti vestiti da “palombari”, senza la possibilità di muovermi, anche se ero tra i fortunati non in terapia intensiva, mi ha fatto capire quanto sia problematica questa pandemia e quanto sia difficile lavorare in queste condizioni. Un plauso ai medici e agli infermieri.

Dopo 10 giorni il primo tampone è risultato negativo ma il secondo era positivo. La settimana successiva, ho ripetuto i test che sono risultati finalmente entrambi negativi. Anche se la malattia ha lasciato qualche strascico e debolezza, la mia vita è ripresa nella quasi normalità. Ringrazio per primo mia moglie, i medici amici che da lontano mi hanno seguito e curato, la mia famiglia per l’affetto e la solidarietà e il personale dell’ospedale di Legnano per le attenzioni e la professionalità dimostrata. Ancora oggi ricevo telefonate dall’ospedale per sapere il mio stato di salute. – Franco

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Maggio 2020
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