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Metalmeccanici in sciopero: 500 lavoratori in corteo

Comizio in Piazza Monumento per il rinnovo del contratto nazionale ... Maxi trasformatore esce dalla Tamini

Quasi 500 metalmeccanici in sciopero per il centro di Legnano. A lanciare  stamattina, mercoledì 20 aprile, lo sciopero in tutta Italia per il rinnovo del contratto nazionale le sigle sindacali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. Clicca qui per vedere il corteo

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Sciopero: 500 metalmeccanici legnanesi in corteo 4 di 42

Federmeccanica, associazione di categoria degli imprenditori, è finita nel mirino, accusata di voler cancellare il contratto nazionale e di negare aumenti salariali alla quasi totalità dei lavoratori. Così, dopo sei mesi di trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto collettivo, sono state proclamate 4 ore di sciopero nazionale.

Sindacalisti e lavoratori legnanesi si sono trovati sotto la sede di Confindustria dando vita a un corteo. Con fischietti e bandiere, i metalmeccanici sono sfilati sotto il Comune per poi tenere un comizio in Piazza Monumento davanti ai cancelli della storica Franco Tosi: qui il video. A intervenire Edoardo Barra, operatore della FIM CISL Milano Metropoli, Massimiliano Preti segretario generale Fiom Cgil Ticino Olona e Laura Giannetti della Uilm.

La richiesta generale indirizzata ad avere «un contratto nazionale che garantisca il reale potere d’acquisto del salario per tutti i metalmeccanici, che estenda la contrattazione aziendale a chi non ce l’ha e che tuteli tutte le forme di lavoro»

Al comizio Giuliano Della Foglia sidacalista della Rsu della Fiom Cgil in questi giorni impegnato nello sciopero Simav ai cancelli della Selex di Nerviano (clicca qui) che ha ricordato quanto sia «fondamentale la questione della regolamentazzione degli appalti nel privato». Clicca qui per vedere parte dell'intervento.

«Oggi, Fim, Fiom e Uilm, con questo sciopero, vogliono comunicare a Federmeccanica e ai loro rappresentanti che il contratto nazionale deve rimanere lo strumento che tutela il potere di acquisto dei salari dei lavoratori in tutte le aziende dalla più grande alla più piccolaspiega Edoardo Barra della FIM CISL Milano Metropoli, -. Federmeccanica vuole eliminare la contrattazione nazionale  lasciando solo al secondo livello e cioè ai premi di risultato gli adeguamenti salariali che pagano  solo se si raggiunge l’obbiettivo aziendale. Hanno introdotto nella loro piattaforma il salario di garanzia che in parole povere vuol dire "non ti dò l'aumento per chissà quanti anni, fino a quando non avrò recuperato tutti i tuoi soldi aggiuntivi che ti ho dato in passato". Con questo nuovo modello salariale presentato da Federmeccanica  vuol dire che il 95% dei lavoratori metalmeccanici non riceverebbe alcun aumento contrattuale dal primo livello di contrattazione e questo per noi e una strada inaccettabile. Se si colpisce il ccnl dei metalmeccanici si colpisce il cuore della contrattazione nazionale».

A margine della manifestazione, il legnanese Giuseppe Oliva  segretario UST CISL Milano Metropoli ha dichiarato «è una questione di rispetto e dignità, il nuovo contratto non può ritardare ancora».

Secondo Giannetti UILM Milano (nella foto) è una giornata importante in quanto «siamo tutti insieme, e di questo dobbiamo ringraziare il senso di responsabilità dei tre Segretari di Fim Fiom e Uilm,  Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella, che hanno cercato e trovato una sintesi tra le diverse posizioni iniziali, e ora parlano con una sola voce al tavolo della trattativa e ai lavoratori. Non stiamo difendendo privilegi di casta, ma il Contratto Nazionale, quello dei metalmeccanici ma, nello stesso tempo, anche quello delle categorie che lo dovranno rinnovare dopo di noi, in quanto strumento di solidarietà e uguaglianza nei luoghi di lavoro. Perché vogliamo rimarcare che esistiamo, che il Sindacato non è antiquariato, ma una realtà viva e pulsante, sempre a fianco di chi ha le mani sporche ma lavora onestamente. Noi non innalziamo muri ma bandiere, ci riprendiamo le strade, le piazze, i luoghi delle città, e non possiamo dimenticare che in un passato non cosi lontano, che si celebra tra qualche giorno, altri lavoratori hanno scioperato a rischio della propria vita, abbattendo muri, riempiendo  piazze, lasciandoci in eredità anche la libertà di essere qui oggi».

Secondo i dati divulgati da Mirco Rota, segretario generale della FIOM Cgil Lombardia risultano 1700 esuberi in tre mesi in Lombardia, 220 a marzo. «È ormai evidente che sono più i licenziati che gli assunti con il Jobs act approvato solo un anno fa – spiega Rota -. Sebbene il dato parli di una marcata diminuzione a livello di esuberi, dichiara il segretario regionale delle tute blu, la situazione risente di un ridimensionamento notevole della base produttiva di anno in anno e di un'assenza di indicatori economici che possano far parlare di rilancio per l'economia lombarda. Continuiamo a perdere occupazione in settori importanti e più rapidamente, data la riduzione degli ammortizzatori sociali. Se questi numeri dovessero continuare anche nei prossimi mesi si arriverebbe ancora una volta a più di 5000 licenziamenti in Lombardia».

In giornata poi, sono arrivati i commenti di soddisfazione Vittorio Sarti, segretario generale Uilm Milano «È un dato di fatto: i lavoratori stanno ancora con Fim, Fiom e Uilm. Federmeccanica se ne faccia una ragione. Adesso auspichiamo che Federmeccanica convochi in fretta il tavolo della trattativa e riveda le posizioni sostenute nei precedenti 13 incontri».

Ai presidi che parallelamente si sono svolti a Legnano e a Sesto San Giovanni dove, alla battaglia per il rinnovo del contratto nazionale, si è unita la lotta per la difesa dei posti di lavoro in General Electric, ABB e Alstom. «La grande partecipazione a tutti e tre i cortei credo abbia reso l’idea – conclude Sarti – Il manifatturiero è ancora il motore d’Italia e della città metropolitana milanese. Se si ferma, va in tilt tutto il sistema».

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Aprile 2016
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