A SAMARATE, UN ATELIER DEL VESTITO STORICO
Accanto alla normale attività sartoriale, l'Atelier porta avanti un progetto di ricerca teso alla realizzazione di abbigliamento d'epoca...

(m.t.) – In argomento di ricostruzione storica del costume, tra le varie aziende specializzate della nostra zona, l'Atelier Santa Rita di Samarate si sta ponendo all'avanguardia, in virtù soprattutto della passione e competenza dei suoi animatori: Roberta Lorena Sgaburri di Lonate Pozzolo e Benedetto Venco di Samarate, quest'ultimo nella foto accanto, professionisti conosciuti e apprezzati per aver partecipato a conferenze e mostre di livello nazionale. Con loro, ricordiamo anche la preziosa collaborazione di Graziano Dal Barco di Arzignano (calzolaio) e di Giorgio Arrighi di Arsago Seprio (orefice).
Accanto alla normale attività sartoriale, l'Atelier porta avanti un progetto di ricerca teso alla realizzazione di abbigliamento d'epoca: "I nostri capi – dichiara infatti Benedetto – sono il risultato di accurate indagini non solo in ambito iconografico, insufficiente per una ricostruzione scientifica soddisfacente, ma anche dell’analisi di reperti originali, quando è possibile, e dello studio di documenti come atti notarili, inventari di botteghe e leggi suntuarie. Differentemente da altre maison, le nostre iniziative sono portate avanti in collaborazione con professori universitari, come Paolo Grillo, docente di storia medievale all’Università degli Studi di Milano, che ci segue fornendoci non solo preziose informazioni storico-artistiche, ma anche punti di riferimento circa i metodi di indagine da utilizzare nel lavoro di analisi delle fonti. Gli abiti sono realizzati su misura con materie prime naturali come: lino, canapa, cotone, lana e seta. Le imbottiture degli indumenti imbottiti sono di bambagia di cotone, lana e crine. I capi da noi proposti sono ampiamente documentati e cuciti interamente a mano usando taglio e tecniche antiche, oggetto anch'esse di anni di meticolose ricerche condotte sia in università sia in laboratorio".
"Per noi – prosegue Benedetto – ricostruire l'abbigliamento del passato è molto più che un lavoro; attraverso le nostre realizzazioni intendiamo valorizzare il patrimonio artistico e culturale del territorio attraverso la diffusione di un nuovo metodo di insegnamento della storia, diretto principalmente al grande pubblico e alle scuole, che intende far uso principalmente di mezzi visivi e partecipativi come mostre, rievocazioni storiche e living history; si è osservato infatti che le persone, in particolare i ragazzi, sono più propensi a conservare il ricordo di esperienze che li hanno coinvolti nella totalità dei loro sensi che non a memorizzare le nozioni contenute nei freddi manuali scolastici".
"Questo modo di operare, diffuso Oltralpe ormai da più di una generazione – conclude il giovane esperto – ha prodotto risultati eccellenti in tre diversi ambiti: culturale, poiché ha aiutato a creare una coscienza nazionale attenta al proprio patrimonio artistico; educativo, poiché ha offerto una possibilità di riflessione didattica e culturale al mondo della scuola sui valori storici del proprio territorio; economico, poiché la valorizzazione di questi eventi ha fatto rinascere un settore dell’artigianato che sarebbe altrimenti scomparso: arti e saperi antichi, che con il progresso tecnologico e la globalizzazione hanno smesso di accompagnare la nostra vita di tutti i giorni, e che ora vivono solo nel ricordo".
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