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TOUR TRA I PRESEPI PARROCCHIALI: UNA PORTA APERTA SUL MONDO

In alcune chiese, chiaro il riferimento al discorso di Papa Benedetto XVI in cui egli afferma che "Credere è la porta aperta sull'impossibile di Dio"...

(m.t.) – Tour nelle chiese parrocchiali cittadine per una galleria di immagini dei presepi, alcuni allestiti secondo la tradizione più classica, altri originali (come ai Santi Magi dove la natività è stata ricostruita all'interno della torre campanaria), altri ancora con un tocco artistico in più.

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I presepi delle parrocchie legnanesi 4 di 36

In alcune chiese, chiaro il riferimento al discorso di Papa Benedetto XVI in cui egli afferma che "Credere è la porta aperta sull'impossibile di Dio". Da qui, accanto al presepe, anche riflessioni sull'apertura che i cristiani devono avere verso il prossimo.

"Carissimi – ha scritto ad esempio don Fabio Viscardi, parroco ai Santi Martiri,  in occasione della benedizione alle famiglie –   insieme ai miei confratelli don Raffaele e abbé Simon, avremo modo in queste settimane di bussare ancora una volta alla porta delle vostre case.

Ringrazio di cuore quanti ci accolgono con cordiale simpatia, valorizzando al meglio la qualità di un incontro purtroppo di breve durata. Apprezzo la cortesia di chi ci apre nonostante una minor sensibilità nei confronti della fede cristiana o anche l’adesione ad altri percorsi religiosi. Non mancherà una preghiera neppure per quanti rispondono con un civile diniego al nostro bussare.

Entrare in una casa chiede molto rispetto. È il luogo che custodisce ricordi e rimpianti, delusioni e speranze, fatiche e splendori, affetti e insofferenze, libertà e costrizioni, legami e solitudini. Con estremo pudore si varcano le tante porte che introducono al segreto delle persone e al mistero della vita. Basti pensare ad alcune di quelle più significative, le stesse che custodiscono la trama quotidiana delle nostre relazioni familiari:

La porta d’ingresso: dove chi entra si aspetta accoglienza, voce gentile, sguardo sorridente, magari anche un bacio e un abbraccio; oltre a difesa e protezione.

La porta della cucina: varcata soprattutto dalla mamma che lava, asciuga, affetta, cuoce, frigge, pulisce, risistema e lo farebbe sempre con il sorriso se almeno non sentisse quell’antipatico “ma non è ancora pronto?”

La porta del salotto: dove bisognerebbe lasciare alla spalle ciò che non nutre: rancori, discussioni, musi lunghi, silenzi pesanti, litigi… per concedersi il gusto di stare insieme in santa pace; coinvolgendo magari con saggia ironia l’ospite più imbarazzante che è la tv…

La porta della stanza dei figli: varcata in punta di piedi dai genitori che accedono così ad uno spazio dell’avvenire indisponibile alle loro attese e pretese; colmi perciò di rispetto e pudore per il mistero della libertà dei figli di Dio

La porta della camera da letto: il luogo del riposo e del sonno, ma anche il palcoscenico intimo dove si recita il dramma dell’amore e della vita; talvolta della sofferenza e della morte

La porta del bagno: da varcare nella convinzione che il significato più profondo sta nella pulizia, nell’ordine e in tutto ciò che concerne un corretto rapporto con il nostro corpo; con quegli specchi che ci invitano a riflettere – ‘dentro’ il corpo che appare – su ciò che veramente siamo

La porta della soffitta: dove sono custodite le cose antiche che potrebbero ancora servire e i pensieri di un tempo che potrebbero sempre venir buoni: i ricordi dei nostri genitori, le memorie dell’infanzia, i sogni dell’adolescenza, le speranze della giovinezza, le decisioni del nostro divenire adulti…

Potremmo continuare l’elenco, ma forse val la pena spendere qualche parola anche su quella porta che papa Benedetto XVI ci invita ad aprire con rinnovata convinzione, ossia “la porta della fede”. Seriamente preoccupato circa il rischio di veder scomparire la fede dall’orizzonte della civiltà europea, egli ci richiama quest’anno a riflettere con attenzione sulle dimensioni del credere; ricordando a ciascuno di noi che la tentazione di vivere senza il Signore attraversa di fatto anche il nostro cuore.

Concludo con il sincero augurio che valga per tutti e per ciascuno il richiamo delle sempre attuali parole dell’Apocalisse: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre…” (Ap 3,20). In questo modo diventeremo una porta preziosa perché anche altri possano accogliere nella gioia il dono grande della fede".

Redazione
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Pubblicato il 04 Gennaio 2013
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