Medicina ed etica: “Abbiamo bisogno di sensibilità istituzionale e certezze, per curare tutti”
«Pensiamo ad utilizzare bene i soldi del PNRR, per fare programmazione vera, non utilizziamo la sanità per eleggere i sindaci», un passaggio del pensiero manifestato dal prof. Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento Medico ASST ovest Milanese
«In una visione globale la situazione del Pronto Soccorso che è così, i malati rimarranno ad aspettare il posto letto anche quando il territorio funzionerà, perché’ in questi anni, sono stati falcidiati i letti di degenza per acuti». Il pensiero, che apre riflessioni sulla sanità in generale, ma con evidenti riferimenti sul locale, anche nostro, arriva da una lettera inviata alla rivista online Quotidiano Sanità, firmata dal prof. Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento medico ASST ovest milanese.
Le considerazioni del medico legnanese spaziano in diversi settori, scientifico, etico, professionale, prendendo in esame « il dibattito sui PS e e sulla medicina d’Urgenza, che trascura due aspetti importanti, la cura dei pazienti e la professione medica».
Interessante nel messaggio l’analisi della situazione italiana, riferita ai posti letto per abitanti, in un confronto internazionale. Ebbene, commenta il prof. Mazzone, «in Italia sono 3.1/1000 abitanti, la media europea è di 4.3/1000 abitanti, come vedete in Germania 7,9/1000 abitanti, in Giappone 12.8/1000 abitanti, forse non sarà un caso che in Giappone l’età media della popolazione è la più alta al mondo»
«Come riportato in una recente ricerca della Medicina Interna in Lombardia- commenta sempre il medico -, il 22% dei pazienti ricoverati sono bed blockers. Questi pazienti, che non vuole nessuno, rimangono nei posti di medicina Interna, per problemi spesso sociali/clinici che non dovrebbero stare in Ospedale per acuti, pertanto ulteriore riduzione della disponibilità dei letti per i PS. Se non ci sono i letti adeguati al territorio, alla tipologia di ospedale Hub e Spoke, diventa impossibile risolvere il problema del PS, anche quando il territorio funzionerà. Credo, se vogliamo salvare davvero il nostro Sistema sanitario nazionale, bisogna avere una visione olistica dei problemi e non fermarci alla presa in scarico del PS».
La conclusione della lettera (qui il testo completo) è, insieme, un grido d’allarme e un appello: «Pensiamo ad utilizzare bene i soldi del PNRR, per fare programmazione vera di ospedali, letti, mission, medici ed infermieri, non utilizziamo la sanità per eleggere i sindaci. I soldi in sanità, che non è di destra né di sinistra, servono per curare i pazienti, che è e rimane un grande servizio di civiltà del nostro Paese. Noi abbiamo bisogno di sensibilità istituzionale e certezze, per curare tutti: ricchi e poveri, di qualsiasi razza, credo, religione, sia magistrati che delinquenti, questa è la civiltà che porta benessere, così siamo cresciuti questa la nostra formazione ed etica medica, il paziente prima di ogni cosa».
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