Il prezzo dei carburanti in Italia è tra i più cari d’Europa
L’incremento dei prezzi registrato negli ultimi giorni presso i distributori di tutta Italia sembra non rispondere all’andamento delle quotazioni petrolifere. Il Codacons presenterà un formale esposto all’Antitrust
Con il venir meno del provvedimento del Governo Draghi, che per tutto il 2022 tagliava le accise dei carburanti di 25 centesimi, il prezzo di benzina e gasolio ha ricominciato a salire, soprattutto in l’Italia che è tra i Paesi europei dove i carburanti costano di più, nonostante negli ultimi tre mesi il prezzo del petrolio sia sceso del 25%.
Una situazione che ha convinto il Codacons a ingaggiare una nuova offensiva legale. L’associazione per la difesa dei diritti dei consumatori ha chiesto all’Antitrust di aprire una istruttoria per la possibile fattispecie di intesa anticoncorrenziale.
«Vogliamo capire se all’interno della filiera dei carburanti ci siano cartelli, accordi o altre strategie vietate dalla legge tese a far salire immotivatamente i listini di benzina e gasolio alla pompa – spiega il Codacons – Al netto dell’aumento delle accise deciso dal Governo che non ha prorogato lo sconto di 18,3 centesimi, l’incremento dei prezzi registrato negli ultimi giorni presso i distributori di tutta Italia sembra non rispondere all’andamento delle quotazioni petrolifere: prendendo in esame solo le ultime settimane, si scopre che il Brent in due mesi ha subito un deprezzamento del -25,5%, passando dai 99 dollari al barile del 7 novembre 2022 agli attuali 73,7 dollari. Situazione analoga per il Wti, che passa dai 92,5 dollari al barile di novembre ai 78,6 dollari di oggi (-15%). Anche rispetto al 30 dicembre 2022, ultimo giorno di rilevazioni per l’anno passato, quando il petrolio chiuse a 80,26 dollari al barile, le quotazioni sono in calo del -8,2%. A fronte di tale crollo delle quotazioni, e al netto del rialzo delle accise, i prezzi di benzina e gasolio stanno salendo ad una velocità eccessiva, al punto che in modalità servito il diesel arriva a sfiorare i 2,5 euro al litro in autostrada».
Per tale motivo il Codacons, dopo la denuncia a Procure e Guardia di finanza, presenterà lunedì 9 gennaio un formale esposto all’Antitrust, chiedendo di aprire una pratica per possibile cartello anticoncorrenza nel settore dei carburanti, e di acquisire presso tutti gli operatori della filiera la documentazione utile a capire se siano in atto manovre speculative per far salire in modo ingiustificato i listini alla pompa. «Chiediamo al Governo di estendere gli ambiti di applicazione della legge 231 del 2005 che vieta gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio nel settore agroalimentare, introducendo lo stesso principio anche al comparto dei carburanti e definendo in modo certo e preciso il “prezzo anomalo”, ossia la percentuale massima di aumento dei listini oltre la quale scatta l’illecito sanzionabile in base alle leggi dello Stato» dichiara il presidente Carlo Rienzi.
L’associazione inoltre invita gli automobilisti a verificare i prezzi sul proprio territorio, anche attraverso le apposite app che segnalano i gestori più convenienti, e a non fare rifornimento presso le pompe che applicano prezzi eccessivi.
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