Nerviano torna nello spazio con Biomass, il satellite che “rivoluzionerà” l’osservazione delle foreste
Il sottosistema che trasmette e amplifica il segnale dell'antenna radar del satellite è stato realizzato nello stabilimento di Nerviano del colosso dell'aerospazio Leonardo

Nerviano ad un passo dal ritorno nello spazio con il satellite Biomass, ormai pronto al lancio programmato per martedì 29 aprile alle 11.15 a bordo di un razzo Vega-C dallo spazioporto europeo nella Guyana Francese. Il sottosistema che trasmette e amplifica il segnale dell’antenna radar del satellite, infatti, è stato realizzato nello stabilimento di Nerviano del colosso dell’aerospazio Leonardo, che con i suoi 1.120 dipendenti circa e dà forma ad alcune delle tecnologie spaziali, radaristiche ed elettro-ottiche più all’avanguardia a livello mondiale: in paese, infatti, sono stati progettati e realizzati la trivella per la missione ExoMars dell’ESA, il più accurato orologio atomico mai realizzato per applicazioni spaziali a bordo di tutti i satelliti del programma di navigazione Galileo e i pannelli solari e i sistemi di distribuzione della potenza per oltre 60 tra sonde e satelliti.
Per Biomass in viale Europa ha lavorato un team composto da una cinquantina di persone. L’amplificatore realizzato negli stabilimenti di Nerviano «rappresenta una vera rivoluzione – spiega l’azienda- perché, per la prima volta in ambito spaziale, è stato realizzato con un dispositivo elettronico al nitruro di gallio, ovvero un materiale semiconduttore in grado di erogare potenze superiori ai sistemi tradizionali. Questo permetterà allo strumento di disporre della potenza sufficiente a penetrare attraverso l’intero strato della vegetazione forestale. Grazie all’amplificatore, lo strumento radar sarà quindi in grado di misurare in tempo reale gli scambi di carbonio con l’atmosfera e fornire una mappatura tridimensionale della vegetazione forestale».
Il satellite prossimo al decollo si appresta al lancio con l’obiettivo di “rivoluzionare” il modo in cui vengono osservate le foreste del nostro pianeta. «Il satellite osserverà la Terra per almeno cinque anni, raccogliendo dati dettagliati e documentando almeno otto cicli di crescita delle foreste mondiali – sottolineano da Leonardo -. I dati della missione miglioreranno le valutazioni attuali e le proiezioni future del ciclo globale del carbonio, aspetto cruciale considerando l’emergenza climatica. Le osservazioni di questa nuova missione forniranno inoltre una migliore comprensione della velocità con cui si stanno perdendo gli habitat naturali e, di conseguenza, dell’impatto di tali perdite sulla biodiversità degli ambienti forestali».
Foto in copertina @ESA_ATG medialab CC-BY-SA 3.0 IGO
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