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L’amministrazione di Cerro Maggiore: “Al Polo Baraggia recupero ambientale, non discarica”

Da Palazzo Dell'Acqua l'invito ad «affrontare la questione con onestà intellettuale e pragmatismo, lasciando da parte le strumentalizzazioni e senza giocare sulle paure»

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Da un lato il “Comitato no discarica”, che per il progetto ai blocchi di partenza per il futuro del Polo Baraggia parla di intervento «mascherato da riqualificazione ambientale» e di «riapertura di fatto della discarica». Dall’altro l’amministrazione comunale, che difende il progetto e chiede di «affrontare la questione con onestà intellettuale e quel pragmatismo che dovrebbe essere il fondamento di una corretta e sana gestione amministrativa, lasciando da parte le strumentalizzazioni e senza giocare sulle paure dei cerresi e cantalupesi». È scontro a Cerro Maggiore intorno al destino dell’area a cavallo con Rescaldina, già al centro di tante battaglie contro l’allora discarica negli anni ’90.

«Sapere che la questione della ex discarica abbia ancora importanza per il nostro territorio ci rassicura – sottolineano da Palazzo Dell’Acqua -. La nostra amministrazione è sempre stata in prima linea a combattere battaglie giudiziarie lunghe ed importanti, che fortunatamente per il nostro paese abbiamo vinto. Purtroppo in quei mesi non c’era nessuno a sostenerci, ma non abbiamo desistito: il rischio era la possibile riapertura di una discarica di rifiuti speciali non putrescibili (eternit). Già questi fatti inconfutabili basterebbero per far capire come la pensiamo, o meglio lo dimostrano. Superato l’ostacolo più grosso e pericoloso con la vittoria nei tribunali, ci siamo seduti al tavolo con la proprietà in una posizione di maggiore forza per affrontare con equilibrio la soluzione definitiva del problema».

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«Dopo un anno di negoziazione il progetto proposto dalla proprietà ha permesso la stesura di un protocollo di intesa che con massima trasparenza abbiamo presentato alla cittadinanza in campagna elettorale – aggiungono dall’amministrazione comunale -. Con il nuovo mandato amministrativo, il testo è stato approfondito dal punto di vista legale con le opportune puntualizzazioni della normativa ambientale di riferimento. La bozza della convenzione è stata presentata pubblicamente in commissione nel mese di novembre, prima che l’iter amministrativo partisse, pubblicando sul sito del Comune sia la registrazione della riunione che i testi discussi, come mai successo in precedenza, perché riteniamo la trasparenza e la conoscenza su argomenti così importanti da andare oltre l’usuale».

«Per tutti questi motivi siamo contenti che oggi ci sia un interlocutore come il comitato e siamo disponibili a spiegare nuovamente al direttivo il progetto di recupero ambientale, perché evidentemente qualcuno ci vuole divisi – concludono Nuccia Berra e i suoi -. Le imprecisioni che si leggono sui social sul progetto di recupero ambientale sono eccessive e rischiano di favorire la circolazione di fake news assurde che non giovano alla soluzione definitiva del problema dell’area Baraggia. Per questo progetto di recupero abbiamo scelto di utilizzare una norma ambientale molto restrittiva, fatta nel 2017 dal Governo Gentiloni, proprio per sottolineare come questo tema deve essere ed è trasversale. Inoltre, per precisione, i materiali che si vorrebbero utilizzare per il progetto di recupero ambientale sono controllati all’origine, sia quantitativamente, attraverso documenti amministrativi, sia e soprattutto qualitativamente, con controlli chimici da parte di Arpa (soggetto preposto) e definiti dalla legge, proprio perché trattasi di recupero ambientale e non discarica».

E il momento per Palazzo Dell’Acqua è proprio “quello giusto”. «Abbiamo vinto tutti i processi e proprio in questi mesi si è discusso dell’ampliamento del Conad di Rescaldina, ma non solo: ci sono ben tre aree dismesse nel nostro Comune in fase di rigenerazione urbana – spiegano dall’amministrazione comunale -. Con l’approvazione definitiva del Comune di Rescaldina all’ampliamento di 25.000 metri quadri per il centro commerciale Conad l’operatore avrebbe la possibilità di avere il materiale a portata di mano, senza lunghi trasporti. E tutto questo è compatibile con la legge voluta dal Governo Gentiloni nel 2017. Se perdiamo questo treno per divisioni politiche e posizioni pretestuose e politicizzate, potremmo rimpiangerlo, ma, lo ripetiamo, siamo aperti a rispondere alle perplessità per fugare ogni dubbio: chiediamo solo di affrontare la questione con onestà intellettuale e quel pragmatismo che dovrebbe essere il fondamento di una corretta e sana gestione amministrativa, lasciando da parte le strumentalizzazioni e senza giocare sulle paure dei cerresi e cantalupesi».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Marzo 2025
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