Scaduti i termini per lo sgombero di Villa Saccal, si va verso la chiusura dell’accesso dell’immobile
Lo scorso 22 gennaio è stata notificata l'ordinanza per lo sgombero di Villa Saccal entro 20 giorni. Gli Uffici a breve procederanno alla chiusura dell'accesso
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Villa Saccal verso la chiusura degli accessi. Si profila una svolta per la vicenda che nella primavera 2024 aveva infiammato la campagna elettorale e aveva acceso su Rescaldina i riflettori della tv nazionale portando in paese le telecamere di “Fuori dal Coro”, per poi finire nei mesi successivi ancora una volta tra i banchi del consiglio comunale cittadino.
Lo scorso 22 gennaio, infatti, è stata notificata l’ordinanza per lo sgombero dell’area entro 20 giorni, termine scaduto nei giorni scorsi, dando poi all’occupante abusivo 60 giorni dallo sloggio per recuperare i proprio averi «attraverso accessi concordati e controllati». «Decorso quest’ultimo termine – spiega l’assessore alla Prevenzione e Sicurezza sociale Rosario Vitolo -, l’amministrazione può procedere alla rimozione dei materiali come rifiuti. Gli Uffici mi hanno assicurato che a breve procederanno alla chiusura dell’accesso».
La storia di Villa Saccal
Quella di Villa Saccal, villa padronale da oltre 3mila metri quadri dove decenni fa vivevano i titolari dell’omonima tessitura, è una storia che parte da lontano. Senza tornare agli antichi fasti di quando era abitata dai proprietari, con la pista di go kart privata oggetto delle “brame” degli allora ragazzini del paese, molti dei quali oggi sono nonni, per capire come si è arrivati alla situazione attuale è sufficiente tornare ai primi anni 2000.
Allora l’area, ormai di proprietà della Metallurgica Legnanese, finì al centro di un piano attuativo – e della relativa convenzione con il Comune – che prevedeva la realizzazione del capannone industriale poi effettivamente costruito, dei palazzi oggi visibili dietro l’Eurospin, dei parco commerciale, della scuola materna di via Gramsci e della nuova piazza Mercato. Villa Saccal avrebbe originariamente dovuto rimanere di proprietà privata a diventare una struttura sanitaria o alberghiera.
Poi nel 2010 una prima sterzata nel progetto, con la piazza Mercato sostituita nella convenzione da una piscina, grande cavallo di battaglia all’epoca un po’ di tutte le forze politiche. Anche questa versione del progetto, però, non è mai andata in porto: nella stesura finale, niente più piscina ma un Centro Diurno Disabili, gli arredi per la scuola materna e la villa padronale ceduta al Comune in cambio di una volumetria complessiva data dalla superficie dell’immobile, da quella già esistente e da un 10% extra che avrebbero potenzialmente potuto portare alla costruzione di un palazzo da 26 metri che anni fa aveva agitato non poco gli animi della politica. Come da allora in poi li ha sempre agitati il futuro di Villa Saccal, che si scontra invariabilmente con i costi non indifferenti di ristrutturazione.
E mentre le sorti dell’immobile rimanevano in stand by, per la villa si apriva la stagione dell’occupazione abusiva, che ha letteralmente “spaccato” la politica. Nell’immobile, infatti, per anni ha “preso la residenza” un ex cittadino rescaldinese che nel 2011, dopo lo sfratto, si era ritrovato a vivere in strada con moglie e figlio ed era stato inizialmente ospitato nella palestra dell’allora centro diurno disabili di via Tintoretto. Anni dopo, dopo un primo tentativo di allontanarlo fallito, Piazza Della Chiesa era riuscita a fargli effettivamente liberare l’immobile, sparito poi dai radar dell’amministrazione fino alla ricomparsa a Villa Saccal nel 2018, seguita da un tentativo di sgombero che si è rivelato un buco nell’acqua. Ora con questa nuova ordinanza il Comune spera di mettere fine alla questione: all’ultimo controllo effettuato nel pomeriggio di giovedì 20 febbraio l’uomo non è risultato presente a Villa Saccal.
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